Repubblica delle banane
Mentre in Inghilterra qualcuno sta studiando un sistema che permetta di perseguire per via giudiziaria chiunque osi manifestare pubblicamente dubbi sulle origini antropiche dei cambiamenti climatici (non è uno scherzo, la notizia originale è qui), dalle nostre parti si prendono (finalmente) iniziative più sensate, come la mozione approvata due giorni fa al Senato in cui si chiede
in sede Onu, la revisione degli assetti degli organi preposti alle determinazioni delle strategie ambientali del gruppo intergovernativo di scienziati (Ipcc) e l’attivazione in sede di Unione europea della richiamata clausola Berlusconi nel senso di dichiarare decaduto, in quanto non piu’ utile, l’Accordo del 20-20-20 e chiederne la sostituzione con un nuovo accordo che meglio risponda al dato scientifico, che riveda gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 su livelli per l’Italia piu’ equilibrati
E che siano più sensate si intuisce anche dal tono asettico e dalle argomentazioni pertinenti con cui Repubblica riporta l’accaduto:
L’Unione europea è malata di catastrofismo ma l’Italia può salvarla con una ricetta semplice semplice: via gli impegni a difesa della stabilità climatica, avanti con la vecchia economia basata sul petrolio e sul carbone. Mentre i paesi che fanno da locomotiva all’economia globale si sfidano sulla green economy per uscire dalla crisi economica, la maggioranza che guida l’Italia ha presentato al Senato una mozione in cui si insegna la scienza agli scienziati dell’Ipcc (l’Intergovernmental Panel on Climate Change) e si chiede all’Europa di abbandonare la linea che ha consentito alla Germania di diventare uno dei leader mondiali nel settore efficienza e delle rinnovabili.
Chissà se c’è un sistema per misurare quante tonnellate di CO2 andrebbero disperse nel tentativo di spiegare al dotto estensore dell’articolo cosa è l’Ipcc, cosa è stato il climategate e quanto stia costando ai contribuenti tedeschi rendere il loro paese uno dei leader mondiali nel settore dell’efficienza e delle rinnovabili…
so poco sul clima e i suoi problemi, so soltanto che abbiamo un solo pianeta disponibile per noi e i nostri figli, teniamocelo caro anche a costo di far cose a volte inutili. Senza estremismi da una parte o dall’altra…