Alcuni cervelli sono in fuga. Altri, purtroppo, no…
…ma in compenso vanno spesso in televisione. E’ quanto resta del dibattito di ieri a Ballarò, dove il prof. Michele Boldrin, Washington University, St. Louis, ha risposto ad alcune domande sulla crisi economica, la situazione delle banche italiane, il merito nelle università e la fuga dei cervelli, le riforme. Il tutto di fronte a un parterre attonito e stizzito dove hanno brillato per stupidità (è il termine più benevolo che mi viene in mente, e anzi ho l’impressione che sia fin troppo benevolo) Renato Soru (lei ha dato un pessimo esempio di educazione civica!”) e Roberto Castelli (“ma dove l’avete trovato quello lì? C’ha pure l’orecchino…”).
Eppure Michele aveva fatto notare cose abbastanza ovvie: per quale motivo la politica deve interferire con i consigli di amministrazione delle banche? Quale evidenza suggerisce che così facendo si ottengono risultati migliori? I migliori abbandonano l’Italia perché nelle università italiane non viene riconosciuto il merito. La politica economica del governo in carica è essenzialmente populistica, e gli incentivi appena varati sono un sistema per buttare via 460 milioni di euro incidendo di un nulla sulla domanda. La classe politica ha il terrore di toccare i privilegi. E soprattutto, le riforme non vengono fatte perché non le vogliono fare, altrimenti le avrebbero già fatte.