Filiera corta, cortissima, a “km 0”
La valorizzazione della filiera corta è una vecchia chimera buona solo per chi l’agricoltura non la conosce. Abbiamo avuto già modo di parlarne recentemente e non ci torneremmo sopra se ora non si parlasse sempre più insistentemente (sempre Coldiretti e Slow Food, strano…) della filiera cortissima, a “Km 0”. In questo caso si sostiene che l’acquisto dei prodotti direttamente presso le aziende agricole aiuterebbe i bilanci degli agricoltori e diminuirebbe sensibilmente le emissioni di CO2 legate al ciclo di trasformazione e distribuzione.
Ovviamente è una cazzata, come ha fatto notare tempo fa Dario Bressanini: la strada che fa la pappa per arrivare alle nostre bocche è la stessa, e le emissioni di tante autovetture che vagano per le campagne per fare la spesa sarebbero sicuramente maggiori di quelle dei mezzi, più efficienti, della grande distribuzione che tende a concentrare le derrate in pochi punti facilmente raggiungibili da tutti.