Storie di piccoli boicottaggi
Questa storia era stata raccontata da Yedioth Ahronoth e ripresa da Giulio Meotti sul suo blog. Un’associazione pacifista inglese gestisce un sito (del quale non ho alcuna voglia di pubblicizzare il link) che si prefigge l’obbiettivo di boicottare i prodotti israeliani, fornendo una lista lunga e dettagliata di tutte le imprese in qualche modo collegate con gli insediamenti. Per facilitare il lavoro dei boicottatori, o di chissà chi altro, il sito aggiungeva all’elenco anche il nome e il cognome dei titolari, e il loro indirizzo.
Tra questi figurava anche il nome della signora Noa Alon, maestra d’asilo e titolare di un impianto di trasformazione alimentare in Cisgiordania, almeno fino a che qualcuno ha fatto presente ai gestori del sito che Noa non poteva più occuparsi di prodotti agricoli, poiché nel giugno 2002 era stata uccisa a Gerusalemme insieme alla nipotina Gal Eisemann, di 5 anni, e altre 5 persone, nell’attentato suicida della fermata dell’autobus di French Hill.
Chissà se alla Coop e alla Conad hanno mai sentito parlare di loro…
Quanto si puo essere stupidi!