La settima proposta
Mentre le sei proposte di liberalizzazione presentate da Bersani, tra le cose più interessanti viste in questa legislatura, venivano accolte nel centrosinistra con l’indifferenza con cui si accoglie un ordine del giorno circoscrizionale sulla segnaletica stradale, oggi finalmente tanto il popolo che i leader del PD ritrovano entusiasmo e voglia di accapigliarsi come comari attorno alla proposta di rimuovere la parola “compagno” dal vocabolario del partito.
Sull’argomento, che lascia in queste ore gli italiani col fiato sospeso, registriamo il commento di Ivan Scalfarotto, più che sensato:
A me pare che dalle nostre parti si sia sempre molto lesti a cambiare le etichette e pochissimo a cambiare la sostanza. In altri paesi i partiti cambiano radicalmente linee politiche e classi dirigenti senza cambiare nome o titoli, qui da noi abbiamo dirigenti che sono in prima fila da decenni avendo gestito PCI, PDS, DS, Margherita, Partito Popolare e Asinelli senza grandi imbarazzi. Il Partito Democratico americano (fondato nel 1792) tira fuori Obama e i Tories (1834) si inventano Cameron. Da noi c’è D’Alema che era a Cuba coi pionieri e Marini faceva il segretario di federazione della CISL quando io ero ancora nella nursery della maternità.