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La consapevolezza ambientale riduce la diffidenza per il biotech: una ricerca negli USA

1 luglio 2010

Libertiamo – 01/07/2010

Gironzolando sul web alla ricerca di notizie e novità sugli Organismi Geneticamente Modificati (argomento grazie al quale probabilmente comincio a venire a noia ai lettori di Libertiamo) mi sono imbattuto nei risultati di un interessante indagine dell’IFIC, International Food Information Council, un ente di ricerca statunitense sulla sicurezza alimentare. L’indagine è interessante non solo per l’argomento di cui tratta, la percezione e l’atteggiamento dei consumatori verso le biotecnologie, ma anche per il confronto con analoghe indagini effettuate negli anni scorsi (IFIC ripete il sondaggio tutti gli anni dal 1997), mentre alcune considerazioni finali potrebbero riguardare uno spettro di questioni più ampio di quello affrontato direttamente dalla ricerca.

A giudicare dalle risposte del campione di consumatori, sembra che la grande maggioranza di essi siano favorevoli ad acquistare prodotti Ogm. E non solo per favorire una riduzione dell’uso di fitofarmaci in agricoltura o per venire incontro all’aumento della domanda globale di prodotti alimentari. I consumatori americani si dichiarano più che disponibili ad acquistare prodotti come pomodori o patate, olio, pane e pasta qualora avessero, come caratteristiche indotte dalle biotecnologie, una freschezza e un sapore migliori, una minore concentrazione di grassi saturi o la presenza di elementi nutrizionali positivi come l’Omega 3.

E’ un aspetto particolarmente rilevante, perché potrebbe aprire la strada ad una nuova generazione di Ogm, quelli in grado di modificare il contenuto nutrizionale del prodotto, che finora si erano scontrati proprio con la diffidenza dei consumatori verso le biotecnologie. Infatti gli Ogm che hanno avuto successo sul mercato sono quelli resistenti agli erbicidi e agli insetticidi: essi recano un vantaggio diretto ai produttori (minori costi nei trattamenti chimici, prodotti più sani, rese potenzialmente più elevate) e solo vantaggi indiretti ai consumatori (prodotti più sani, prezzi potenzialmente più bassi). Per dirla in parole povere, un Ogm dagli effetti straordinari sul prodotto, se non cambia anche la vita dell’agricoltore, ha poche speranze di avere successo sul mercato. Almeno fino ad oggi.

Ma l’aspetto secondo me più significativo dell’indagine è che la diffidenza nei confronti degli Ogm risulta essere inversamente proporzionale alla consapevolezza dell’importanza della sostenibilità nella produzione alimentare. Cioè esattamente il contrario di quanto ci viene regolarmente raccontato da coloro che si battono, proprio in nome della sostenibilità ambientale e della sicurezza alimentare, contro le biotecnologie applicate all’agricoltura. Marianne Smith Edge, Vice-Presidente dell’IFIC, ha detto che

questi risultati suggeriscono l’importanza per i consumatori dell’impatto della produzione alimentare sull’ambiente. Negli ultimi anni abbiamo visto la consapevolezza generale verso la sostenibilità e le questioni ambientali crescere ininterrottamente.

Confrontando i risultati dell’ultimo sondaggio con quelli degli scorsi anni, appare sempre più evidente come una maggiore consapevolezza per la sostenibilità ambientale, unita a una maggiore conoscenza delle proprietà degli Ogm (il 55 per cento del campione ha dichiarato di essere stato ostile in passato agli Ogm proprio a causa di una scarsa o scorretta informazione in materia), portano a una minore diffidenza verso le biotecnologie. Non stupisce quindi l’ostinazione, dalle nostre parti, nel vietare la sperimentazione sugli Ogm: quando alla scienza viene impedito di fornire risposte ai legittimi dubbi dell’opinione pubblica, queste risposte verranno più facilmente fornite dal pregiudizio, dall’ignoranza e dall’ideologia.

Sono considerazioni valide per tanti temi “sensibili” dal punto di vista ambientale: oltre alle biotecnologie penso al clima, all’energia nucleare, allo sviluppo. Tra il libero progresso tecnologico e l’oscurantismo ambientalista i cittadini informati e consapevoli sembrano fare la scelta più sensata, sicura e sostenibile.

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2 commenti leave one →
  1. 3 luglio 2010 23:30

    Caro Giordano,
    complimenti per il blog e per le battaglie civili che conduci a tutela della libertà degli agricoltori di fare bene il proprio “mestiere”.
    Ti segnalo il link di una rivista on line su cui si sta svolgendo un dibattito sugli Ogm:
    http://www.teatronaturale.it/articolo/9577.html
    A presto
    Alfonso

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  1. E’ l’ignoranza che fa 90 « La Valle del Siele

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