Una giornata per riflettere
Su salmone.org Antonio Pascale si pone il problema della credibilità e dell’autorevolezza dell’informazione (scientifica ma non solo). E’ un’interessante lettura nel giorno dello sciopero dei giornalisti contro la cosiddetta “legge bavaglio”.
Avanza con prepotenza un modo di pensare che procede per facili sillogismi. Questo pernicioso costrutto simil/logico si fonda in primo luogo sull’incompetenza e quindi sulla necessità, poi, di riempire il vuoto di conoscenza sostituendo l’analisi con delle parole amebe, ossia, quel tipo di parole che ormai hanno perso la matrice e dunque significano tutto e niente. La parola ameba rassicura, consola, oppure genera un cosiddetto ricatto emotivo, ci chiude in un angolo e comunque, nell’uno o nell’altro caso, genera un effetto spot, si illumina cioè, solo quello che fa comodo illuminare e il resto, che servirebbe a spiegare meglio e sostenere o contrastare il ragionamento, viene lasciato nell’ombra.
Pascale cita come esempio l’articolo di Giovanni Valentini su Republica in cui si affermava che la Puglia di Vendola è in grado di coprire, grazie all’energia solare ed eolica, 1l 180% del proprio fabbisogno energetico. Una cazzata clamorosa, ovviamente: la Puglia esporta energia grazie alla centrale a carbone di Brindisi, e il solare e l’eolico contribuiscono con il 7% (un dato, tra l’altro, di tutto rispetto). Una cazzata, o una parola ameba, frutto dell’incompetenza del giornalista (forse scusabile) ma soprattutto frutto dell’assenza più completa di verifica nelle redazioni scientifiche (e economiche no?).
D’altronde non siamo il paese dei “balletti delle cifre”, ovvero dei dati pseudo-scientifici o pseudo-statistici che rimbalzano da un talk show all’altro, senza che nessuno sia in grado di verificarne l’attendibilità, usati come armi di offesa e di difesa ma sempre esposti in maniera parziale, frammentaria e contraddittoria? Qualche tempo fa, (non riesco a trovare il link, chiedo scusa) all’indomani di una polemica tra Tremonti e Bersani sulla pressione fiscale, se fosse salita o meno, SkyTg24 lanciò un sondaggio chiedendo ai cittadini chi dei due disputanti avesse ragione.
Ovvero, invece di dare risposte (ci si aspetterebbe che una testata autorevole sia in grado di sapere se la pressione fiscale è aumentata o no, dirlo, e sbugiardare l’uno, o l’altro, o tutt’e due) si formulano domande, non si sa bene a chi. I giornalisti che oggi hanno deciso di scioperare in difesa della dignità della loro professione potrebbero approfittare della giornata libera per rifletterci sù e magari, tornando al lavoro, provare ad usare la libertà che resta loro in maniera più dignitosa.