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Terra (etichette) e libertà

20 agosto 2010

Continua il viaggio nel fantasmagorico mondo della viticoltura, cominciato tempo addietro. Oggi scopriamo che se vuoi fare il vino come accidente ti pare (dato che l’hai fatto coi soldi tuoi e sei tu che lo devi vendere), l’unica etichetta giusta è quella di Vino da Tavola. In realtà non ci sarebbe nessun problema, soprattutto per chi, come me, crede che la miglior garanzia di qualità sia la qualità stessa e non una scritta DOC o IGT in etichetta. Non ci sarebbe nessun problema, e questa è la straordinaria scoperta di oggi, se non fosse venuto fuori che l’etichetta di un Vino da Tavola non può indicare né l’annata, né i vitigni utilizzati né l’indicazione della località da cui il vino proviene.

Non può. E’ vietato, proibito. Non significa che può fare a meno di indicare queste informazioni, ma che se indichi queste informazioni compi una frode commerciale. Se fai un prodotto innovativo, è proibito informare correttamente i tuoi potenziali clienti su come questo prodotto sia stato realizzato.

Facciamo un esempio: Pincopallino, nei suoi terreni di Far Far Away, pianta dei vigneti. Ma dato che nella regione di Far Far Away i disciplinari per le DOC e le IGT sono stati scritti da un somaro, Pincopallino decide di fare il vino come vuole lui: ha speso tanti soldini per gli impianti, e sa che i suoi terreni possono dare vini di qualità. Immagina che potrà anche scrivere Vino da Tavola sulle sue bottiglie, anche se normalmente si ritiene che dietro un’etichetta del genere si nasconda un vino di qualità inferiore. Sarà sufficiente informare correttamente i suoi clienti sul come, quando e dove ha prodotto il vino. Al momento di imbottigliarlo, però, scopre di non poterlo fare: non potrà scrivere sull’etichetta che il suo Vino da Tavola è stato prodotto a Far Far Away nell’anno di grazia 2010, né il tipo di uve con cui è stato fatto. Potrà solo scrivere che il suo vino è bianco o rosso, e dato che le bottiglie a Far Far Away sono di vetro, e non di porcellana, Pincopallino ritiene quest’ultima un’informazione piuttosto superflua.

Alla faccia della tutela del consumatore, è sempre più chiaro a cosa servono le etichette, le certificazioni di qualità, le denominazioni d’origine, le indicazioni geografiche and so on: a tutelare i recinti di ciò che esiste a scapito di ciò che di buono potrebbe esistere.

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4 commenti leave one →
  1. 20 agosto 2010 18:14

    Non è solo questo. Non puoi fare riferimento ad attività agricola e l’unica menzione ammessa è “imbottigliato da…”. Per capire il significato, pensate che la menzione imbottigliato da è riservata a chi usa vino o uve comprate, in tutto o in parte, quindi comprende anche chi non ha neanche un mezz’ettaro di vigna, oltre che chi ce l’ha e compra anche uve. Quindi, se compri uve, anche poche, oppure se compri uve o vino e non hai vigna non puoi usare “imbottigliato all’origine” oppure “imbottigliato dal viticoltore”, perchè sono menzioni riservate a chi produce solo ed esclusivamente con uva propria, da vigneti di proprietà o in affitto. A meno che tu non produca vino da tavola, e allora anche se proviene tutto ed esclusivamente da tue vigne, e ti sei fatto un mazzo cosi’ per fare le cose per bene, ti è proibito usare quelle menzioni, e devi usare per forza “imbottigliato da”, come se fossi uno dei tanti imbottigliatori da mezza lira. C’e’ di piu’, se ti chiami, ad es. Az. Agr. Valle del Siele, nell’etichetta non puoi fare riferimento ad attivita’ agricola, anche se è tutto di tua produzione, ma devi scrivere Valle del Siele. Capito?
    Io c’ho un vino, che si chiama Lalicante e che è un vino passito, una cosa rara, costosa , da nostre uve con un sacco di lavoro manuale dietro, per cui l’unica menzione è Vino da Tavola, non essendo previsto in alcun disciplinare. Per questo motivo mi devo adattare a quelle regole assurde, e infatti nella retro mi sono sfogato spiegandone l’assurdità.

    La cosa più bella è la motivazione che danno per queste norme: se no il pubblico sarebbe confuso!

  2. Giordano Masini permalink*
    20 agosto 2010 20:19

    sarebbe a dire che non potrei usare neanche la ragione sociale della mia azienda per esteso, ovvero Az. Agr. Il Molino, ma solo Il Molino? In sostanza non solo non potrei indicare informazioni corrette in etichetta, ma dovrei anche dichairare il falso… che capolavoro…

  3. 21 agosto 2010 13:38

    Esatto, te lo posso assicurare, e’ cosi’. Ed e’ tutto perche’ altrimenti il consumatore si puo confondere…

Trackbacks

  1. E’ la somma che fa il totale « La Valle del Siele

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