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Perché ci piace Tony Blair

10 settembre 2010

La Gran Bretagna e non solo la Gran Bretagna, ha bisogno di un processo continuo di modernizzazione. Margaret Thatcher rese più competitivo il modello di business, io ho tolto la patina conservatrice, lavorato sul welfare. È stato diverso, ma se si ricerca un elemento unificatore credo che sia la voglia di modernizzare. Margaret Thatcher e io siamo stati innovatori, in aree e modi diversi.

Sinistra versus destra nell’accezione ultimativa del Ventesimo secolo è una contrapposizione tramontata, anche se molti politici non lo hanno ancora accettato. Oggi la discriminante è apertura versus chiusura ai fenomeni derivati dalla globalizzazione. Per questo l’immigrazione, per esempio, è tema centrale per tutti.

La sinistra vincerà quando deciderà di voler vincere. Deve fare una sola cosa: analizzare il mondo come il mondo è oggi, non com’era, o come vorrebbe che fosse, o come avrebbe voluto che fosse stato.

Quando la crisi finanziaria ha colpito, a sinistra c’è stato un sentimento forte contro le logiche di mercato e molti si sono anche fatti scappare un “finalmente”. Ma l’opinione pubblica no. Il problema di Gordon e di molti altri è stato credere che lo stato fosse tornato di moda, che le politiche sarebbero andate nella direzione pubblica e l’elettorato automaticamente a sinistra. Non poteva succedere perché i cambiamenti sociali avvenuti prima della crisi sono sopravvissuti alla crisi. Gli elettori sanno che parte del mercato ha fallito, si arrabbiano, ma non credono che la risposta sia lo stato.

Dall’intervista di Tony Blair al Sole24ore di oggi.

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