Vandana Shiva e il Nobel di traverso
Ai dirigenti del partito comunista cinese la cosa non è piaciuta, e questo potevamo aspettarcelo. Non è piaciuta neanche al regime cubano, che già se l’era presa per il Nobel alla letteratura assegnato a Vargas Llosa, e anche qui siamo nell’ordine delle cose prevedibili.
Ma, come segnala Climate Monitor, l’assegnazione del premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo non è andata giù neanche all’attivista ambientalista Vandana Shiva, vicepresidente di Slow Food: “non si può negare che in questo particolare momento questo premio venga usato molto più per ragioni economiche che per premiare” ha detto durante un incontro a Bologna con Nichi Vendola, aggiungendo che il riconoscimento al dissidente cinese “potrebbe davvero portare a un’intensificazione del conflitto a livello globale”.
Strano, ma la cosa non mi meraviglia affatto…
Per quanto io sia su posizioni moolto diverse dall’ambientalismo antioccidentale di certi ambienti ideologici, devo dire che questa volta, non sul caso in particolare, ma sull’idea che certi premi nobel siano usati per ragioni diverse da quelle ideali che animarono il suo fondatore, pensando a Dario Fo, ad Al Gore e Pachauri e a tanti altri…. non posso non condividere (da posizioni forse opposte) un giudizio altamente negativo su questa istituzione che è l’ombra di sé stessa.
a mio parere.
Loro se ne accorgono quando non gli fa comodo, ma non ricordo che abbiano protestato per il nobel per la pace (che c’entri poi col clima, qualcuno dovrebbe spiegarmelo…) di Al Gore e Pachauri.