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Il giovane di buona cultura e il rifiuto del progresso

28 ottobre 2010

Limes – 27/10/2010

Un nuovo spettro si aggira per l’Italia: il giovane di buona cultura, generalmente umanistica, che contesta tutti o quasi tutti i processi d’innovazione tecnologica, soprattutto quelli che riguardano l’agricoltura, le biotecnologie, le opere d’ingegneria, nucleare e non.

Il giovane di buona cultura umanista si ritiene, naturalmente, dalla parte giusta del mondo, è di sinistra, ma non si identifica nella sinistra di partito. In effetti, a sentire le sue argomentazioni si direbbe un nostalgico del bel tempo che fu. O meglio, un reazionario, per il sospetto che nutre, fortemente nutre, per la modernità.

Il giovane è facilmente riconoscibile, insomma. È quello che se parlate di inceneritori o termovalorizzatori, si alza e contesta fortemente i dati, poi vi indica con il dito e parla delle nanoparticelle e di diossina. L’ha detto Grillo, ha sostituito la vecchia e cara frase: l’ha detto la televisione.

Il giovane umanista ha poca esperienza di chimica e di metodologia scientifica, confonde facilmente i dati e non è solito usare strumenti comparativi. Ragione per cui crede che il mondo sia incontaminato e se, per esempio, gli fai notare che una prostituta intenta a bruciare un copertone per strada produce più diossina di un inceneritore, si indigna e vi ritiene al servizio di qualche multinazionale.

In quanto, dice, i suoi dati sono ricavati dal lavoro di scienziati indipendenti, i vostri da scienziati dipendenti e asserviti al potere. Capite bene, messa così, la questione è di difficile risoluzione, in un regime di risorse scarse se loro si beccano gli scienziati indipendenti agli altri toccano quelli dipendenti.

Davanti a questa affermazione ricattatoria è difficile spiegare che il metodo scientifico si basa sul regime di revisione alla pari: non si può dire semplicemente: ho visto l’unicorno. Bisogna dimostrarlo, dunque le ipotesi (sull’unicorno) devono essere condivise e riviste da altri scienziati.

Non importa che io dica: sono indipendente, credetemi, l’unicorno esiste. Questo spettro (il giovane di buona cultura umanista) si insinua in molte trasmissioni di denuncia come Report, almeno quando si affrontano argomenti complessi, come l’agricoltura e il nucleare; tematiche che richiedono soluzioni di compromesso e integrate e via via soggette a modifiche e nuove acquisizioni.

Quei giornalisti, indipendenti, non si fidano di documenti ufficiali, cioè quei documenti già sottoposti a revisione e accettati dalla comunità scientifica. No. Prendono documenti e studi che nessuno ha (ancora) dimostrato, ma rappresentano solo ipotesi di lavoro.

Siccome, però, quei giornalisti indipendenti credono siano, questi documenti, liberi dalla dipendenza del potere, allora per proprietà transitiva sono anche giusti. Basta dichiarare, non dimostrare. Lo spettro sta diventando un problema, perché evanescente com’è, si appropria di ogni luogo e di questioni che non possono essere di sua competenza.

Il giovane spettro è massimalista e ama la voce grossa, due metodologie che fanno purtroppo parte della comunicazione moderna. Dichiara il suo no continuo, no rifiuti, no nucleare, no chimica, no ogm ecc. Poche cose e ripetute, è lo slogan dei comunicatori e di quelli che credono nel partito delle libertà.

Con i quali gli spettri di sinistra non sono d’accordo ma ne sposano lo stile. No agli erbicidi, ho letto in un post sul sito di Bressanini. Fanno schifo e inquinano e soprattutto sono prodotti dalle multinazionali.

Se gli fai notare che alcuni erbicidi di ultima generazione sono a bassissima tossicità, tanto da non lasciare quasi residui e che il mondo si migliora anche studiando in laboratorio nuove molecole a basso impatto, loro rispondono che il mondo si migliora non usando l’erbicida, perché questo non può essere un buon prodotto: viene fuori dal ventre oscuro delle multinazionali.

Se gli fai notare che un’agricoltura senza erbicidi richiede l’uso di mondine che si spezzano la schiena e strappano, naturalmente, le erbacce dai campi, loro rispondono con una dichiarazione religiosa: c’è il biologico.

Se gli fai ancora notare che appunto le mondine esistevano proprio quando non si usavano gli erbicidi e volente o nolente, per questioni di arretratezza, si produceva in regime di biologico, e per questo, venendo al dunque, chi è contro l’erbicida e vuole migliorare il mondo o studia chimica e cerca di produrre nuove molecole capaci di degradarsi con pochi residui, oppure bisogna necessariamente che si candidi a fare la mondina, allora, i giovani spettri rispondono: no, non è vero.

E comunque, a fare la mondina non ci pensano proprio. No alla schiavitù, dicono. Loro sono, infatti, dalla parte giusta del mondo. Non costa niente, basta dichiararlo: insomma, no dimostrazioni.

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One Comment leave one →
  1. Mauriziosat permalink
    4 novembre 2010 10:22

    Oibò …..è il ritratto della sinistra mondiale …..che tristezza.

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