Il mito del seme (no-OGM) fatto in casa
Qualche tempo fa avevamo iniziato a chiederci il perchè gli agricoltori dei paesi “sviluppati” tendano a riacquistare di anno in anno la semente (poco importa che sia geneticamente modificata o meno).
Se volete rinfrescarvi la memoria potete ridare un’occhiata al post qui.
In sintesi comunque avevamo preso in rassegna le motivazioni “gestionali” che inducono (NON costringono) gli agricoltori al riacquisto. Oggi invece vorremmo analizzare quella che forse è la motivazione più importante, decisiva, se volete, per la loro scelta, ovvero: il progresso genetico.
Il progresso genetico è in effetti uno degli aspetti più importanti, se non il più rilevante non solo per l’agricoltore, ma anche per l’ambiente. Inoltre possiede un suo indiscutibile fascino, almeno per dei ricercatori come noi. Si entra infattti, con il miglioramento genetico, nell’essenza stessa della pratica agricola, ovvero in quel costante processo di co-evoluzione degli esseri viventi avvenuto come risposta alla “pressione selettiva” dell’uomo che, per rispondere ai propri bisogni ha plasmato, più o meno consapevolmente, il mondo dei viventi.