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La dama delle brioches

28 gennaio 2011

Giulia Maria Crespi, la signora che sostiene che tutto il mondo ci invidia i paesaggi rurali di Malpensa, per cui no alla terza pista per i miserabili voli low cost, è tornata sul pezzo, e questa volta si dà all’agricoltura e alle biotecnologie.

In un’intervista al Corriere della Sera passa da una leggenda metropolitana all’altra, dagli “animali nutriti con mais geneticamente modificato” che avrebbero “subìto gravi danni al fegato e ai reni” alla storia dei contadini indiani suicidi per i debiti contratti per pagare le royalties alle multinazionali (l’India non riconosce valore legale ai brevetti, ma tant’è…), fino a raccontarci di immense superfici agricole argentine rese sterili dagli OGM. Si avventura in considerazioni agronomiche da lasciare a bocca aperta un bambino

Veronesi ha detto davanti a me che con gli Ogm si può fare agricoltura biologica, dimenticando che se così si eliminano certi insetti come la piralide, poi ci vogliono anche i diserbanti, i concimi, gli anticrittogamici

fino a citare l’immarcescibile Vandana Shiva per una versione della storia del Golden Rice da oscar:

le multinazionali sono riuscite a imporre il brevetto sul golden rice, che era il loro cibo. La conseguenza è che tutti adesso devono pagare le royalty.

Restiamo in attesa che il Corrierone nazionale dedichi carta e inchiostro ai coccodrilli che vagano nelle fogne di New York o cominci a pubblicizzare gli occhiali ai raggi x dell’Intrepido, quelli per guardare sotto i vestiti delle compagne di scuola. Nel frattempo proviamo a immaginare un mondo in cui la piralide è un insetto utile alle colture di mais e in cui ai bambini con carenze vitaminiche dei paesi in via di sviluppo è stato concesso di trarre beneficio delle proprietà del Golden Rice, con o senza royalties. E in cui, in mancanza di pane, i poveri possono sempre mangiare brioches.

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2 commenti leave one →
  1. FULCO permalink
    28 gennaio 2011 17:39

    Usare la propria azienda solo per fare immagine e non reddito quasi fosse la società proprietaria di una squadra di calcio di serie A e’ cosa che oltre a Giulia Maria Crespi pochi possono permettersi

  2. Ganavion permalink
    31 gennaio 2011 10:19

    Infatti, per persone del genere, è stato inventato il termine “brioscismo”, che si calza a pennello a questa signora “brioscista”.

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