Ordine pubblico e libertà individuali. Una ricetta europea
Chicago Blog – 08/02/2011
Siete rumorosi, tendenzialmente violenti e anche un po’ integralisti (e soprattutto, non avete nessun argomento dalla vostra)? Nessun problema, anzi, bravi! Bis!
Per ora è solo una proposta, ma, se dovesse essere approvata, costituirebbe un precedente dagli esiti tanto imprevedibili quanto pericolosi: in sostanza, nella lista di ragioni che permetterebbero agli stati membri dell’Unione Europea di vietare sul proprio territorio la coltivazione di varietà geneticamente modificate, sarebbero incluse ragioni di ordine publico o la necessità di venire incontro a preoccupazioni di ordine religioso o filosofico nei confronti degli OGM.
Capito bene? Ripeto: ordine pubblico, precetti religiosi o filosofici. Sembra che gli esperti giuridici della Commissione stiano lavorando alacremente per rendere la proposta inattaccabile giuridicamente da parte delle imprese biotech, degli agricoltori o dei partners commerciali del WTO, e non è davvero un lavoro semplice riuscire a inserire la norma in un contesto normativo in cui tali ragioni non appaiano sproporzionate e discriminatorie.
Secondo la legislazione in vigore, gli stati membri possono invocare l’applicazione di una clausola di salvaguardia nei confronti di una varietà OGM ammessa sul catalogo comune europeo solo presentando evidenze scientifiche che ne dimostrino la nocività per la salute umana o per l’ambiente. Anche se finora nessuno è mai riuscito a presentare evidenze del genere, il fatto che sulla richiesta di applicazione della clausola di salvaguardia ci debba essere un voto della commissione (che dovrebbe in teoria, ma solo in teoria, prendere atto del parere scientifico dell’EFSA) ha finora creato una situazione di stallo.
In sostanza, da quando gli OGM ammessi in Europa sono due, e non più uno, è sempre più difficile per gli Stati che ne vogliono impedire la coltivazione trovare giustificazioni scientifiche, benché destituite di fondamento, che interessino entrambe le varietà (una di mais, una di patata per uso non alimentare), mentre i paesi che puntano sugli OGM (prima fra tutti la Spagna) non sono più disposti a tollerare i continui ritardi e le continue dilazioni che hanno portato l’Europa ad essere l’unico continente in cui si possono coltivare, con molte difficoltà, solo due OGM, a fronte delle centinaia che vengono coltivate in sicurezza e con successo in tutto il mondo.
Di qui il tentativo di sbloccare la situazione deresponsabilizzando l’Europa e lasciando agli Stati membri la libertà di vietare o permettere gli OGM sul loro territorio, anche in base alle suddette giustificazioni. Straordinario. Oggi sono gli OGM, domani potrebbe essere il consumo di carne di maiale (o di carne tout court), dopodomani, chissà, potremmo uscire dalla sfera alimentare e passare a quella intellettuale, invocando la “clausola di salvaguardia” per quei libri o quelle opinioni che possono offendere la sensibilità di qualcuno o scatenare la reazione violenta di qualcun altro.
Credete che nell’Europa che manda alla sbarra Geert Wilders sarebbe un esito tanto fantascientifico? (dovrebbero rifletterci quelli che “vabbè, ma alla fin fine, checcefrega degli OGM”).
Vi è già un precedente citato da Simonetti su Salmone ed è il caso della Polonia che vistasi confutate le motivazioni scientifiche ne ha invocato di etico-religiose. I cattolici polacchi rifiuterebbero una “natura” creata da Dio e modificata dall’uomo. Gli integralismi pur partiti da posizioni non convergenti le si fanno incontrare.