Talete, i frantoi e la speculazione
Aristotele, nel libro “La Politica”, narra di un aneddoto a proposito di Talete di Mileto. Costui è stato uno degli iniziatori del pensiero filosofico dell’antica Grecia, ma non godeva di grande credito tra i suoi contemporanei, che lo prendevano in giro per la sua povertà, lampante dimostrazione della inutilità della sua filosofia.
Ma Talete non sapeva solo filosofare, aveva una cultura vasta in moltissimi altri campi, anche scientifici: in base alle vaste conoscenze che possedeva, Talete predisse, ancora in pieno inverno, un abbondante raccolto di olive. Avendo a disposizione una piccola somma di denaro prenotò l’utilizzo dei frantoi, pagando, poiché era in anticipo, un prezzo molto basso.
Quando arrivò, come da lui previsto, l’abbondante raccolto, tutti avevano bisogno dei frantoi e Talete li diede in uso a prezzi molto alti, ricavandone una grande quantità di denaro.
Dimostrò così che i filosofi possono diventare ricchi, se lo vogliono.
Cosa ci mostra (dimostra) questo aneddoto?
- Talete è l’inventore ufficiale delle opzioni finanziarie. Egli infatti acquistò in anticipo il diritto (non l’obbligo) di poter usare i frantoi a proprio piacimento.
- Secondo la vulgata diffusa fra i progressisti odierni (tra cui Tremonti), Talete era (ovvove!) uno speculatore.
Fin qui la storia. Adesso facciamo alcune ipotesi:
- L’alto prezzo dei frantoi avrebbe potuto invogliare nel frattempo un paio di falegnami/carpentieri ad investire il proprio tempo libero per costruirne qualcun’altro in tutta fretta. Col risultato che l’anno successivo, essendoci più frantoi attivi, se Talete avesse voluto ripetere lo scherzetto, avrebbe guadagnato molto meno a parità di raccolto. Quindi i cittadini di Mileto avrebbero iniziato a pagare meno per l’olio d’oliva.
- Ad un certo punto uno dei proprietari di frantoio, magari il più ammanicato coi politici, avrebbe potuto chiedere, ed ottenere, un intervento pubblico per limitare la speculazione. Per esempio, un tetto massimo al prezzo di utilizzo dei frantoi. Talete, molto probabilmente, sarebbe morto povero. Ma non solo: siccome il buon politico che pensa ai poveri, mettendo un tetto al prezzo, ha fermato la “diabolica speculazione”, l’anno dopo l’olio d’oliva sarebbe costato esattamente la stessa cifra. Nel frattempo invece di Talete si sarebbe arricchito il proprietario del frantoio amico dei politici.
Cosa ha fatto in realtà Talete che chiunque altro non avrebbe potuto fare? Nulla, se non sfruttare le proprie maggiori conoscenze in un campo dello scibile umano, l’agronomia. Ovvero, Talete ha semplicemente messo a frutto la propria intelligenza (“intelligenza” qui la definiamo come la “capacità di trarre il massimo dai mezzi a propria disposizione”). Scopriamo quindi che Talete era più intelligente di quelli che gli stavano attorno.
In questo caso come ai giorni nostri, chi considera Talete uno speculatore (attribuendo a questo termine un significato negativo), chi vaneggia di speculazione selvaggia ogni giorno, dove per speculazione intendono comprare a poco e vendere a tanto, è egli stesso spessissimo la causa della speculazione più deteriore (cioè dell’ammanicamento tra imprenditoria e politica), ed in ultima analisi è solo uno che è meno intelligente di chi le opportunità le sa cogliere.
Quella di talete di mileto è la storia che c’è all’inizio di ogni libro sulle opzioni reali
Quindi la morale è che se uno è più intelligente, astuto, furbo, fortunato etc. può permettersi di fare indebitare ed, eventualmente, morire di fame, chi non lo è altrettanto? Molto bello.
E se Talete era di famiglia ricca e poteva permettersi di ottenere la gestione esclusiva di tutti i frantoi anno dopo anno, rinfrancato anche dai proventi del primo investimento, pagando bene i falegnami perché non ne costruissero di nuovi? Sempre niente da dire?
Ma allora a che servono le leggi antitrust, sono anch’esse delle violazioni della libertà d’impresa, no?
Oh sì, W gli speculatori!
Poveri gli economisti, che credono che le loro “leggi” abbiano il valore epistemologico di quelle di Natura, dedotte da qualche principio variazionale.
Bravo Gigetto.
E se Talete era di famiglia ricca e poteva permettersi di ottenere la gestione esclusiva di tutti i frantoi anno dopo anno, rinfrancato anche dai proventi del primo investimento, pagando bene i falegnami perché non ne costruissero di nuovi? Sempre niente da dire?
Sarebbero fiorite botteghe da falegname come funghi. Fine della storia. Epic fail per gigetto.