Ipse dixit
Perché è il combinato disposto del gioco dei petrolieri insieme all’aumento dei tassi delle tasse che viene messe le accise famose, che vengono messe sulla benzina. Il dramma è questo che appunto non essendoci controllo sulla speculazione, questo noi stiamo forzando col ministero dell’economia non essendoci controllo sulla speculazione allora che cosa succede? Intanto si aumentano ma quando si abbassano anche, diciamo, lo stato non ha tanta convenienza perché ci sono meno entrate per, per, per lo Stato stesso, ecco perché torniamo a dire bisogna tagliare un attimino le tasse e quindi ridurle di molto sulla benzina, questo non creerebbe la spirale inflattiva quindi non creerebbe poi di nuovo aumento dei prezzi, eccetra eccetra.
A scolpire queste parole è Pietro Giordano, al secolo segretario nazionale di Adiconsum (l’associazione dei consumatori in quota Cisl) intervistato ieri ad Uno Mattina, sull’argomento più in voga del momento: crisi alimentari, prezzi del cibo, di chi è la colpa signora mia?
In realtà ad aprire le danze dell’assurdo è stato lo stesso conduttore Franco di Mare, che per tutta la durata della trasmissione si è ostinato a non comprendere (e i convenuti non lo hanno certo aiutato) che le rivolte in Nordafrica non sono la causa degli aumenti dei prezzi dei generi alimentari, ma possono esserne, al limite, una delle conseguenze.
Eppure anche il Giordano aveva provato a dire la sua in proposito, asciugandosi le macchie di sugo sulla camicia:
Pagano sempre i consumatori perché pagano appunto queste furberie perché non è vero che aumentano immediatamente i prodotti, sono le furbizie che vengono fatte dai produttori che mettono in cascina i prodotti che hanno, il sistema della benzina no?
Ineccepibile. Chissà perché gli agricoltori non ci avevano pensato prima. Ma ci pensa Giuseppe Politi della CIA (la confederazione agricola in quota PD) a restituire all’argomento la complessità che merita, affermando che la colpa non è degli agricoltori ma dei trasformatori. Sublime. Per fortuna il conduttore, sempre più confuso, aveva ricordato che il rischio di sembrare qualunquisti è sempre dietro l’angolo.
Nessun problema, l’economia è materia complessa, e Adiconsum si è presa sulle spalle il compito di spiegarla ai semplici, sempre che sia avanzato un goccio di limoncello per dopo il caffé:
Ci sarà un’impennata sicuramente perché l’economia è, va a curve. Quindi la curva, il tasso fisso mantiene la curva però per una famiglia quando il tasso variabile aumenta di cento duecento millecento euro milleduecento diventa un problema
Per vedere l’intero dibattito (scusate l’eufemismo), cliccate sull’immagine.
Credo di non dire nulla di nuovo se rammento che Adiconsum (esattamente come Federconsumatori di CGIL e ADOC di UIL) non è altro che una macchina usata dal proprio sindacato di riferimento per banchettare a spese dei contribuenti: secondo un’inchiesta di Stefano Livadiotti (qui a pagina 48/120), solo nel 2005 si sono spartite la bellezza di 5 milioni, 586 mila e 75 euro. Messi in cascina.
La speculazione si combatte equilibrando domanda ed offerta.
La Cia come vuole contribuire a questo equilibrio se spinge per l’agricoltura biologica ed è contro le piante PGM? Quando si promuove la decrescita e nel contenpo aumnenta la domanda come si può partire lancia in resta contro la speculazione? Sarà meglio guardare prima in casa propria.