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Ancora sulle vacche centenarie. La precisazione di ISZ

2 aprile 2011

L’istituto Giovanni Caporale di Teramo ci scrive a proposito del post di giovedì in cui parlavamo delle gravi irregolarità accertate dai Carabinieri e riportate dal Fatto Quotidiano a proposito della gestione dell’anagrafe bovina italiana:

Spettabile redazione La Valle del Siele,

in riferimento a quanto pubblicato sul vostro sito e ripreso dal quotidiano Il Fatto quotidiano, si allega il seguente comunicato stampa da parte dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo.

Con preghiera di pubblicazione.

Grazie.

COMUNICATO STAMPA

ANAGRAFE BOVINA NAZIONALE: I RAPPORTI TRA IZS E AGEA SONO REGOLATI DALLA LEGGE

In relazione ad alcuni articoli pubblicati anche sulla stampa nazionale su un presunto coinvolgimento dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo, sede della Banca Dati Nazionale,  in una inchiesta sulla quantità di produzione di latte nelle azienda agricole, si intende precisare quanto segue:

– il Decreto interministeriale 31 gennaio 2002, affida all’Istituto “G. Caporale” di Teramo una serie di compiti, legati alla gestione dell’Anagrafe dei Bovini.

– Tra questi, come cita l’articolo 13 di detto Decreto, quello «rendere disponibili all’Agenzia per l’erogazione in Agricoltura (Agea)» secondo modi richiesti dall’AGEA, una serie di dati, compresi quelli sulla presenza, la movimentazione, le nascite, le morti di bovini sul territorio nazionale.

– Il compito di immettere i dati in Banca Dati Nazionale, relativamente agli animali presenti negli allevamenti o macellati, sempre secondo quanto stabilito dal Decreto interministeriale 31 gennaio 2002, spetta solo ed esclusivamente ai detentori (titolari di aziende agricole e allevatori) ed ai titolari degli impianti di macellazione, che sono responsabili della loro veridicità di fronte alla legge.

– Il compito di vigilare sulla corrispondenza tra dati immessi in anagrafe e la reale consistenza aziendale è dei servizi veterinari delle ASL.

– L’Istituto “G. Caporale” non è coinvolto in alcun tipo di lavoro se non quello di gestire i dati immessi nella Banca Dati Nazionale e non ha alcun tipo di compiti di controllo, validazione o indagine, così come invece riferito dalla stampa, locale e nazionale.

– Non c’è stata alcuna intercettazione di corrispondenza elettronica: il materiale d’indagine cui si fa riferimento nell’articolo e che sarebbe stranamente giunto alla stampa è stato consegnato dal personale dell’Istituto “G. Caporale” ai carabinieri del Nucleo politiche agricole e alimentari (Nac) nell’ambito di un’indagine svolta dagli stessi.

E’ dimostrato, dunque, come sia la legge ad imporre all’Istituto di rendere disponibili i dati detenuti in Anagrafe all’AGEA, secondo i modi dalla stessa richiesti.

E’ dunque altrettanto evidente che quanto riportato improvvidamente dagli organi di stampa è frutto di un incredibile livello di ignoranza ed incompetenza o, peggio, di una considerevole dose di malafede.

1.04.11

Qui il PDF del comunicato stampa originale (izs_agea)

Ci piacerebbe essere in grado di fornire scoop alla stampa nazionale (ci piacerebbe anche avere una redazione, in verità…), ma nella fattispecie, come risulta evidente nel nostro post, è Il Fatto Quotidiano che ha pubblicato un articolo sulla vicenda, articolo del quale in questa sede abbiamo riportato alcuni stralci virgolettati.

Nonostante questo, avremmo preferito sapere dall’Istituto Giovanni Caporale se è vero o meno quanto contenuto nei verbali dei Carabinieri (mossi, evidentemente, da un “incredibile livello di ignoranza ed incompetenza o, peggio, di una considerevole dose di malafede“), ovvero che nella banca dati che l’Istituto gestisce è stata manomessa intenzionalmente l’età massima dei bovini portandola fino a 999 mesi (!) al fine di giustificare un considerevole aumento del volume di latte prodotto (o non prodotto). Fino al 20% in più, sempre secondo quanto riferiscono i Carabinieri e pubblicato dal Fatto Quotidiano.

Come questi dati siano venuti in possesso degli inquirenti, se li abbiano intercettati o siano stati forniti dall’Istituto stesso, ci interessa molto meno.

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One Comment leave one →
  1. paolo permalink
    3 aprile 2011 11:01

    come già da voi evidenziato qui non si tratta di responsabilità nella gestione ordinaria dell’anagrafe bovina,ma di un innalzamento del limite massimo di età per la ricerca degli animali ad indirizzo lattiero .Si dirà che anche se si eleva il limite massimo di riscontro ciò non può creare animali con una età paradossale.E invece si scopre che nell’anagrafe detenuta da Izs il 20% delle vacche produttrici ha un’età che varia dai 10 anni agli 83 anni.Una barzelletta che nemmeno Totò..

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