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Dàgli! Dàgli all’untore!

6 aprile 2011

E puntualissima è arrivata, a proposito del sequestro dell’azienda agricola di Giorgio Fidenato disposto dal giudice di Pordenone, la presa di posizione di Coldiretti:

E’ importante la tempestiva iniziativa assunta dalla procura di Pordenone per evitare il ripetersi di contaminazione da organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’ambiente a tutela del territorio e della qualità delle produzioni agricole. Si potranno evitare dunque i rischi di contaminazione che durante la precedente estate hanno mobilitato la task force per una Italia libera da Ogm e che hanno portato la Coldiretti a costituirsi parte civile. Occorre infatti ricordare che dai risultati delle analisi rese note dal ministero delle Politiche agricole era emersa la presenza nei terreni confinanti di 15 campioni contaminati da Ogm su 30. Una enormità considerando che la contaminazione era avvenuta da un solo campo e in solo anno.

Ovviamente si tratta di una balla: le analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche, sezione di Fermo, sui campioni prelevati dal Corpo Forestale dello Stato su indicazione della Procura di Pordenone hanno evidenziato che nel mais dei campi limitrofi a quello di Giorgio Fidenato a Vivaro non c’era traccia di OGM. Zero. Nisba. Mentre le tracce di materiale geneticamente modificato rilevate in alcuni dei campioni prelevati a Fanna sono ben al di sotto del limite dello 0,9 per cento tollerato dalla legge per l’etichettatura del seme di mais convenzionale, ed è quindi molto più probabile che provengano dal seme convenzionale utilizzato dai confinanti stessi piuttosto che dal polline del mais di Giorgio.

Ma la cosa che lascia più sconcertati è vedere un’organizzazione che pretende di rappresentare gli interessi degli agricoltori salutare come una buona notizia il sequestro dell’azienda di un imprenditore agricolo, operato per impedirgli “preventivamente” di utilizzare liberamente la sua proprietà. Questo lascia assolutamente senza fiato.

Sono sempre più convinto che l’unica strada per salvare ciò che resta della nostra agricoltura sia quella di tenere fisicamente lontani dalle nostre aziende lo Stato, autorità pubbliche, confederazioni sindacali e tutti i  parassiti e le sanguisughe che vivono e banchettano consapevolmente sulle nostre spalle (chiedo scusa, non riesco a trovare definizioni più delicate, più severe sì, ma più delicate no). Anche a costo di rinunciare a quei quattro spiccioli di sussidi grazie ai quali hanno comprato la nostra libertà.

pigliatelo, pigliatelo; che dev’essere uno di que’ birboni che vanno in giro a unger le porte de’ galantuomini

Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXIV

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  1. 6 aprile 2011 10:31

    C’è un omissis nel comunicato di Coldiretti, loro avrebbero voluto scrivere così:

    “E’ importante la tempestiva iniziativa assunta dalla procura di Pordenone per evitare il ripetersi di contaminazione da organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’ambiente a tutela del territorio e della qualità delle produzioni agricole e per consentire ai nostri consorzi agrari di vendere un po’ di mais in più (anche GM, of course). Del resto noi possiamo venderlo ma voi non dovete assolutamente coltivarlo…….”

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