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L’anima del commercio

21 aprile 2011

Abbiamo già parlato di quanta sostanza ci sia nella convinzione, ma sarebbe più corretto dire “suggestione”, secondo la quale un prodotto biologico sia più sano e più “ecosostenibile” degli altri. Senza rientrare nell’argomento, l’ultimo post di Dario Bressanini mostra chiaramente quanto siamo suggestionabili in fatto di alimentazione: c’è stata un’epoca, neanche troppo lontana, in cui per vendere meglio un prodotto non vi si scriveva sopra “naturale”, ma “radioattivo”!

Radiocrèmeline, RADIA saponetta radioattiva, Radium Schokolade, Zoé la soda atomique, Lurisia l’acqua più radioattiva del mondo, sono solo alcuni degli slogan pubblicitari di un tempo in cui, evidentemente con troppa superficialità, si attribuivano al nucleare e alla radioattività delle proprietà in grado di migliorare la qualità e l’appeal di un prodotto cosmetico o alimentare.

Oggi, al contrario, si parla di Risonanza Magnetica invece che di Risonanza Magnetica Nucleare, il suo nome corretto, per evitare accostamenti inopportuni, preferiamo chiamare “fermenti lattici” i batteri dello yogurt e di ogni prodotto, al supermarket come in profumeria, viene sottolineata l’ origine “biologica” e “naturale”.

Se i tempi sono cambiati, non è cambiata la superficialità con la quale ci accostiamo al cibo e curiamo la nostra salute.

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