Il signor Boh – 2
Ospite ieri sera ad Otto e Mezzo, il Ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano ha trovato solo 40 secondi su mezz’ora di trasmissione (dal minuto 26.35 al minuto 27.15) per parlare della ragione ufficiale della sua presenza tra le file del governo, ovvero l’agricoltura. E sono 40 secondi destinati a fare la storia:
Tutti pagheranno le multe [sulle quote latte] e tutti aderiranno, le dò così un annuncio, alla legislazione nuova che prevede una rateizzazione.
E noi che eravamo convinti che la rateizzazione fosse in vigore da anni, e che il problema fosse proprio che qualcuno, per diverse ragioni, si rifiuta di aderirvi. Ma per quelli la soluzione è dietro l’angolo, dato che il ministro ci informa che ha appena insediato un tavolo tecnico (wow!) per ascoltare le ragioni di tutti. Dovremmo esserci quasi.
Durante il resto della trasmissione il ministro ha potuto dedicarsi alle ragioni ufficiose che giustificano la sua presenza nel governo, provando a difendersi dall’accusa di essere un mercenario che gli rivolgeva in studio Italo Bocchino. La questione non ci pare troppo appassionante.
Nei giorni scorsi Romano era tornato a lanciare la sua mirabolante idea degli Stati Generali dell’agricoltura italiana (perché non un New Deal? O una Road Map? Ci sono talmente tante espressioni suggestive che si possono usare per provare a nascondere la penuria di idee) e ha ribadito la sua posizione sugli OGM:
Nessuna battaglia ideologica e pregiudiziale sui prodotti OGM, ma piuttosto una politica di mercato, una strategia che sposa la difesa della qualità, la lotta alla contraffazione, la promozione dell’etichettatura, la tutela del made in Italy
Il che, ovviamente, ci sembra un’approccio tutt’altro che ideologico. Consola il fatto che nello stesso governo c’è chi, nella stessa serata, è stato in grado di offrire performances ancora più grottesche…
Finchè i ministri dell’agricoltura li “nomina” la Coldiretti, rassegnamoci, avremo sempre dei NON MINISTRI DELL’AGRICOLTURA!!
no Alberto, arrivo a dire: magari li nominasse coldiretti! qui non è un problema di appartenenza ma di competenza, questi sono lì solo per calcoli politici non perchè abbiano reali conoscenze e competenze in materia; discorso analogo lo si potrebbe fare per moltre altre cariche politiche: ci siamo già dimenticati dell’ingegnere che si occupava di giustizia?
Stefano, mi dispiace ma di conventicole in via XX settembre ne so qualcosa, qualsiasi politico che voglia fare il Minsitro dell’agricoltura deve essere il portavoce della Coldiretti (Galan non lo era ed ha dovuto sloggiare, ma con ciò non voglio dire che Galan fosse divenuto un buon Ministro dell’agricoltura).
L’unico che sarebbe un buon Ministro dell’agricoltura se fosse nominato bipartisan sarebbe De Castro (e guarda che io non sono amico di Prodi, l’ho giudicato un topo di sagrestia fino a quando l’ho conosciuto frequentando ambedue l’Università Cattolica, haimè esattamente mezzo secolo fa), ma dovrebbe essere inamovibile per almeno per 10 anni. Conosce l’agricoltura e soprattutto l’ambiente di Bruxelles. La politica agricola si fa a Bruxelles e non a Roma e per conoscere l’ambiente (li ci sono veramente i caimani)bisogna frequentarlo e poter prevedere le mosse degli altri (Francia Docet, infatti, la Commissione voleva, per ridurre la produzione di zucchero del 30%, eseguire un taglio lineare a tutti, invece passarono gli incentivi a dismettere e accettati di buon grado dalla Coldiretti perchè così assestava un colpo mortale all’Associazione Nazionale Bietcoltori da dove era stata praticamente estromessa a vantaggio della Confagricoltura).
La Coldiretti non ha più una base sociale professionale e quindi il suo obietttivo non è la crescita dell’agricoltura, ma il mantenimento di una base sociale che ha interessi tra i più disparati, infatti cura più gli interessi dei consumatori che non dei produttori, dimenticando che tra loro vi si è interposta una potente industria agroalimentare che tra i due deve scegliere i consumatori e non i produttori).
Stefano scusami della filippica, non ho saputo trattenermi!
De castro è uguale se non peggio degli altri.Nel 1999 quando la commissione di garanzia Lecca definì le operazioni di riesame da legge 5/98 alquanto lacunose ,lui si affrettò a dire che era tutto ok e che le multe andavan pagate.Nel 2000 obbedì alle sindacali distribuendo l’aumento del 6% a cani e porci ,purchè non fosse distribuito a chi ne avesse bisogno.Infatti dopo i cani e porci monetizzarono subito il regalino
Sono stato frainteso, quello che intendevo dire è che, a mio modestissimo parere, Romano prima di mettere piede al ministero probabilmente non sapeva neanche cosa fosse coldiretti, una volta arrivato si è adeguato all’andazzo e, come mi dici, è diventato portavoce di coldiretti. Discorso analogo lo si potrebbe fare per l’ex Zaia (un PR di discoteche cosa ne sa di agricoltura, all’ora in cui gli agricoltori si svegliano lui andava a dormire) o Galan che, nonostante non avesse sposato le tesi dominanti, è un laureato in giurisprudenza che nella vita ha fatto il pubblicitario e il politico