Acqua: un po’ di chiarezza, oltre le mistificazioni
Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo e membro del Comitato AcquaLiberaTutti per il NO ai referendum sull’acqua (cui l’associazione Libertiamo aderisce), spiega che su questi referendum è in atto un grande inganno: l’affidamento da parte dei comuni della gestione dell’acqua a società private, infatti, è stato possibile anche prima della legge Ronchi (quella che il referendum vuole abrogare) e lo resterà sia che vincano i sì, sia che vincano i no.
Quello che la legge Ronchi prevede, e che se vincesse il SI’ non sarebbe più previsto, è che, per affidare questo servizio ai privati, si debba procedere con una gara d’appalto pubblica e trasparente.
Ad oggi, sottolinea Falasca, la gestione dell’acqua può essere operata direttamente dal pubblico o affidata ai privati per scelta esclusiva dei politici locali, senza gare, senza trasparenza e senza alcuna garanzia sull’efficienza: la legge Ronchi, invece, impone di affidarla al pubblico o al privato secondo criteri di trasparenza e di efficienza, con una gara d’appalto, la cui regolarità potrà sempre e comunque essere giudicata dai cittadini e, se ci sono irregolarità, sanzionata dalla magistratura.
Votare NO, dunque, è una scelta a favore della trasparenza nella gestione dell’acqua (pubblica o privata che sia) e non influisce in alcun modo sulla possibilità di privatizzarla, che esiste indipendentemente dalla legge che il referendum vuole abrogare.
Qui il video completo della tribuna referendaria.