Biodiversità geneticamente modificata
Le colture geneticamente modificate, contrariamente a quanto si crede, hanno ridotto l’impatto dell’agricoltura sulla biodiversità. Questo è stato possibile attraverso l’adozione diffusa di pratiche agricole meno impattanti, come la lavorazione minima dei terreni o la semina su sodo per le quali molti OGM in commercio sono particolarmente indicati, il minore uso di pesticidi e l’uso di erbicidi meno nocivi.
Janet Carpenter ha affrontato queste tematiche in un nuovo studio apparso sul numero di giugno di ISB News report dal titolo Impacts of GE crops on biodiversity.
Analizzando l’impatto delle colture geneticamente modificate sulla biodiversità, Janet Carpenter ha concluso anche che
Da una prospettiva più ampia gli OGM possono effettivamente aumentare la diversità delle colture, migliorando varietà alternative sottoutilizzate, e rendendole più adatte per la coltivazione diffusa
Molti anti OGM non li vogliono sentire ragionamenti del genere.
Per loro la biodiversità è solo specifica e non varietale, quest’ultima vale niente
Per loro se sparisce una specie, che tra l’altro sparisce perchè non sopporta la pressione selettiva o meglio non ha gli strumenti per adattarvisi, è il disastro.
Mettere loro sotto il naso le migliaia e migliaia di varietà di tutte le specie che sono state create in mezzo secolo, oppure mostrare che con la transgensi si moltiplica a dismisura questa creazione varietale e quindi in definitiva si aumenta la biodiversità, è un delitto contro natura. Ciò significa ragionare
solo con metà cervello!