Referendum: la matematica dell’acqua. Davvero costerebbe troppo?
In questi giorni in parecchi ci hanno stracciato sui referendum. L’ultima moda vuole che noi si debba votare comunque, anche se ignoranti (ribadiamo IGNORANTI) nel merito, perchè il voto è un diritto che va esercitato, dopotutto lo dice anche Ciampi e pure Metro! In genere questa argomentazione fallace è usata dai sostenitori del SI, probabilmente perchè hanno la fifa blu di non raggiungere il quorum, e da qualche sparuto idealista sostenitore del NO(1).
Aldilà della follia di tale posizione, che vorrebbe trasformare un diritto in un dovere, appare opportuno rilevare come essa sia doppiamente pericolosa: perchè evita accuratamente di entrare nel merito della questione facendola sembrare secondaria al gesto referendario in sè, cosa che non è, e perchè è assolutamente stupido esprimere pareri vincolanti per il paese (questo dovrebbe essere un referendum) su cose che non si conoscono(2). Nulla vieta che possiate parlarne al bar o nel vostro tinello. Altra cosa che vogliate, con le vostre (che poi non sono diverse dalle nostre) chiacchiere da bar o da tinello, decidere le politiche energetiche e idriche di un paese.
Ma veniamo al tema del contendere e vediamo perchè in tutto questo sparlare di acqua pubblica costi quel che costi (ovvero a gratiz), rincari incredibili, ecc ecc ecc, si sia perso il senso di realtà. Per farlo, useremo la matematica (quella dei problemini delle elementari), questa grande sconosciuta.
Tutti al mare a mostrar le, chiappe chiare, altro che votare referendum spallata contro il nemico di sempre! passare parola: TUTTI AL MARE!
saluti
M
La regola del quorum e’ ridicola. In paese serio il risultato del voto sarebbe valido qualunque il numero dei votanti (sotto l’ipotesi che va a votare chi c’ha capito qualcosa ed esprime una sua opinione).
Su questo sono d’accordo, io abolirei il quorum. Ma sostenere che votare sia un dovere è sbagliato.
“è assolutamente stupido esprimere pareri vincolanti per il paese […] su cose che non si conoscono”
Giusto. E’ ora di finirla con questa stupidaggine del suffragio universale, che consente anche agli ignoranti di votare.
Anzi, la soluzione più opportuna sarebbe la reintroduzione del suffragio censitario, finalmente una svolta in senso liberale che renderebbe l’Italia un paese nuovamente competitivo.