L’odissea dei rifiuti speciali
13 giugno 2011
Sul suo blog il nostro amico Granduro fa un interessante raffronto tra la normativa francese per lo smaltimento dei rifiuti speciali in agricoltura e quella italiana. In particolare,
in Italia per smaltire anche pochi grammi di una bustina di fitofarmaco vuota devi procedere in questo modo:
- stipulare una, più o meno onerosa, convenzione con una ditta specializzata per lo smaltimento dei rifiuti;
- trasportare i rifiuti pericolosi soltanto con mezzi speciali autorizzati
- convivere in uno stato di perenne incertezza normativa, in quanto non è ancora chiaro se una bottiglia di fitofarmaco vuota è considerata rifiuto speciale o rifiuto pericoloso (in quanto esiste una fantomatico accenno nelle norme ad una procedura di bonifica aziendale);
- compilare oscuri moduli di vario genere;
- da quando il Sistri entrerà a regime (per alcuni soggetti è già obbligatorio peraltro) dovrai anche pagare un tributo ulteriore allo Stato per attivare il sistema di controllo;
- dotarti di una chiavetta tipo pen-drive da connettere agli scatolotti satellitari (black-box) montati sui mezzi atti al trasporto dei rifiuti per registrare il tuo carico-scarico rifiuti;
- perdere un sacco di tempo, per ottemperare alla astrusa normativa, che peraltro cambia ogni Luna nuova.
Non dovrebbero essere poi così incomprensibili le ragioni che inducono i più a lasciar perdere, e a smaltire il tutto in una buca o in un bel falò autoprodotto.
Masini, se sapevo di finire sul tuo Blog, lo avrei scritto in maniera più elegante.
Grazie, comunque per l’attenzione che hai riservato all’argomento.
Questo non è un blog elegante!
🙂
Produco software specializzato per il settore rifiuti. Se il business della monnezza prospera, io ho un minimo di speranza.
Quindi fate i bravi ed adeguatevi in silenzio… 😉
Bacillus, ma non eri un viticoltore indefesso?
Certo. Con un fin troppo scontato gioco di parole, più fesso che indefesso. Coltivo vigna, produco vino (e pure roba fina) con tanto di diploma di p.a. e specializzazione in VitEnol…
Ma a me piacciono le sfide, il rischio, l’innovazione. E così mi sono ritrovato a produrre anche del buon sw… Una follia, lo so, ma tant’è.
Ciao, Granduro!
Alla tua sottile provocazione rispondo in guisa rimata (visto che sto su un blog elegante, a mio parer)
il bacillus informatico produce innovazione, e probabilmente ce la farà.
il bacillus agricoltore subisce l’innovazione (OGM), e certamente si dispererà.
Ciao Bacillus, le sfide danno pepe alla vita. Però devono avere almeno una piccola percentuale di probabilità di successo.