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I neoscolastici

2 luglio 2011

Secondo un troll che provava a spiegare, tra i commenti ad un recente articolo di Libertiamo, chi siano i veri assassini di Vittorio Arrigoni, un giorno Pasolini ebbe a dire

So tutto, ma non posso dimostrare nulla.

Non so se Pasolini disse davvero questa frase, e in che contesto. Una brevissima ricerca su google non ha dato risultati apprezzabili.

Ma queste sette parole in fila, evocate non come paradosso ma come improbabile (e improponibile) principio di autorità, sono forse il miglior racconto, agghiacciante nella sua sinteticità ed efficacia, dell’Italia degli ultimi quarant’anni. L’italia che detesta il ragionamento ma adora la speculazione, che schifa il metodo scientifico e si sbrodola con un umanesimo d’accatto, che pontifica su tutto e non sa combinare niente di buono. Un Italia alla quale l’impatto con la realtà ha sempre procurato lividi dolorosi.

L’Italia dei miei quarant’anni, nata proprio sulle ceneri di Pier Paolo Pasolini (nato a sua volta sulle ceneri di Gramsci, e di Benedetto Croce).

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  1. Marco Bollettino permalink
    2 luglio 2011 20:07

    Ciauz,
    quella frase di Pasolini è un suo articolo per il corriere della sera del 1974, te lo linko qua sotto:
    http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html

  2. 2 luglio 2011 20:23

    “Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
    Io so perché sono un intellettuale”

    Appunto. Che poi ricorda vagamente http://www.youtube.com/watch?v=iK2DHTY2ydM

    Grazie Marco.

  3. 2 luglio 2011 21:00

    Per favore, non confondiamo Pasolini (che credo sia il più grande intellettuale italiano del XX Secolo) con un troll di periferia. Anche perché lo hanno (da riapertura delle indagini, così pare) ammazzato barbaramente, per quell’articolo.

  4. 3 luglio 2011 10:43

    @Michele:

    “il più grande intellettuale italiano del XX Secolo”

    Chi è il più grande intellettuale americano, o inglese, del XX secolo? E’ proprio qui il problema: noi non abbiamo scienziati, economisti, storici o filosofi. Abbiamo gli intellettuali (soprattutto self proclaimed), espressione della quale, nonostante lunghi anni di militanza nel partito fondato da Antonio Gramsci, ancora non sono riuscito a capire il significato, e ai quali ricorriamo come se fossero saggi della montagna, o oracoli di Delfi.

    Pasolini era una persona straordinariamente libera, e immensamente presuntuosa. Che mezza Italia ancora creda al fatto che davvero sapesse i nomi dei responsabili delle stragi, nonostante il suo articolo volutamente paradossale, e che forse qualcuno (ma occorrerebbero prove) l’abbia ammazzato credendo davvero che potesse fare i nomi, è forse la più grande beffa di cui è stato autore.

  5. 4 luglio 2011 22:28

    Quei nomi li ha detti. Ovvero i capicorrente della DC. Era così? Non era così? Boh. Però nessuno smentii.

    E comunque io PPP lo apprezzo per il suo poetare, per i suoi film fantastici, per le sue riflessioni sui giovani (troppo giovani per poter amare la libertà), per il suo libertarismo in ambito scolastico, per le sue opere teatrali, per l’innocenza mai perduta. Per questo non alo affiancherei a troll di quartiere 😛

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