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Nel magico mondo di capre e cavoli

12 luglio 2011

Tra i tanti commenti sulla riforma prossima ventura della Politica Agricola Comune, seganlo le ragionevoli considerazioni di Gareth Edwards-Jones:

Ho letto gli ultimi documenti della Commissione europea sulle proposte e le idee per la nuova PAC e ho scoperto che il suo principale obiettivo strategico è quello “di preservare il potenziale di produzione alimentare su base sostenibile in tutta l’UE, in modo da garantire a lungo termine la sicurezza alimentare dei cittadini europei e di contribuire alla crescente domanda mondiale alimentare”. Più in basso nella lista degli obiettivi strategici figurano la necessità di “sostenere la biodiversità” e “di mitigare i cambiamenti climatici”. Questi obiettivi sono tutti lodevoli e desiderabili, chi avrebbe votato contro qualcuno di questi?

Il problema non è nel cercare di raggiungere uno solo di questi obbiettivi, ma piuttosto la loro realizzazione in combinazione. Questo è molto più difficile oggi rispetto a molte delle riforme degli ultimi 25 anni perché il desiderio di migliorare la sicurezza alimentare è oggi considerato molto importante. Molte delle recenti riforme sono state invece in grado di dare sostegno a finalità ambientali, grazie politiche volte a ridurre la produzione di montagne di cibo e favorendo metodi meno intensivi di produzione.

Ma ora vogliamo che la Pac sia verde e contemporaneamente che fornisca più cibo.

Il che somiglia un po’ alla pretesa di voler salvare capra e cavoli, come conclude Edwards-Jones:

Se falliremo questi obbiettivi potremo scoprire la verità definitiva in materia di sicurezza alimentare: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!

Ma Edward Jones sbaglia, non avendo considerato l’unico fondamentale obiettivo della Politica Agricola Comune, cioè quello di assicurare protezione e danaro pubblico alla platea più vasta possibile, e di ricavarne in cambio sostegno politico: in questa prospettiva non solo non è un problema, ma è addirittura molto funzionale diversificare il più possibile gli obbiettivi, senza preoccuparsi minimamante del fatto che alcuni di questi possono essere clamorosamente in contraddizione tra loro.

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