Giocare con la vita degli altri
Difficile mantenere un contegno decoroso quando si leggono notizie del genere: sembra che gli attivisti di Greenpeace siano molto seccati con il governo kenyano, colpevole di avere autorizzato, lo scorso primo luglio, le importazioni di mais geneticamente modificato. Il problema alla base della decisione è la spaventosa carestia che ha investito il Corno d’Africa, della quale (non sia mai…) alle nostre latitudini non si parla molto, ma che sta provocando una catastrofe umanitaria nella regione, con circa 400.000 profughi che si sono già riversati in Kenya dall’Etiopia.
“La decisione del governo del Kenya è miope e irresponsabile” sostiene la signora Olivia Langhoff, direttrice di Greenpeace Africa campaign. E continua, con sprezzo del ridicolo:
Invece di cadere nella trappola degli OGM, il governo dovrebbe investire in agricoltura biologica e sostenere gli agricoltori locali, soprattutto i piccoli agricoltori, con l’agricoltura sostenibile.
Certo, come no. E aggiunge: “gli impatti negativi sulla biodiversità sono stati ben documentati“. Da chi, non è dato sapere. Ma probabilmente nessuno glielo ha chiesto.
La stessa commedia era andata in onda in Zambia nel 2003, quando il governo dovette rinunciare alla donazione di mais GM proveniente dagli Stati Uniti sotto la minaccia dell’UE di chiudere la porta all’importazione di prodotti zambiani.
Resta da chiedersi quando questo vergognoso smercio di specchietti e perline colorate a danno delle popolazioni più vulnerabili avrà fine, quando questi grassi e patetici attivisti smetteranno di scaricare il peso della loro cattiva coscienza su chi affronta condizioni di vita che a loro farebbe bene sperimentare, e quando cominceremo, dalle nostre parti, a trattare questi ignobili razzisti per quel che sono.
la soluzione sarebbe quella di mandarli a predicare in Africa vivendo nella condizione del contadino etiope medio.
E’ proprio vero … pancia piena non pensa mai a pancia vuota!
…io davvero questi non li sopporto più.
Bacillus
Quello che è grave è che vorrebbero che anche noi tornassimo a vivere, non dico come in Kenia o in Etiopia, ma sicuramente come agli inizi del secolo scorso e per giunta volendo far credere anche a me, che ho potuto assaporare come si viveva allora perchè il peridodo postbellico ci aveva fatti tornare indietro, che era il “paradiso terrestre”.
Ah se questi di Greenpeace li potessi vedere con una zappa in mano a zappare per 10 ore, senza possibilità di lavarsi come si deve e ritrovarsi a tavola con dell’insalata scondita e mezzo uovo e la musica dello svolazzare di miriadi di mosche. Allora le zanzare davano meno fastidio perchè forse puzzavamo troppo anche per loro. Dulcis in fundo nei letti c’erano pulci e cimici
Non mi piacciono gli OGM, ma ancor meno mi piacciono gli ambientalisti.