#wherewereyou

In macchina, accompagnavo il rappresentante di un’agenzia a fare delle foto al Caprino, il casale più grande dell’agriturismo. Avevamo appena finito di ristrutturarlo, e pochi giorni prima avevo chiuso un contratto di esclusiva con un’agenzia americana. Quel giorno, e i giorni successivi, non sono riuscito a togliermi dalla mente l’idea di aver fatto l’affare sbagliato nel momento sbagliato.

Ascoltavo la radio, in macchina, ma tra quelle colline non si riusciva a stare sintonizzati su un’emittente. L’unico canale che si sentiva era una stazione musicale, e le battute che faceva il dj tra un pezzo e l’altro non facevano capire molto. Torre, torri, aereo, un altro aereo, attacco, New York. E poi via con un altro pezzo.

Quando scendo dalla macchina guardo l’agente che mi seguiva con la sua. Ha una faccia a punto interrogativo, sembra che si aspetti che io dica qualcosa per primo, esattamente come me. Ha le idee un po’ più chiare, ha parlato con qualcuno al telefono.

Tornando provo a chiamare anch’io, ma non ci riesco. Il resto della mia famiglia è al mare, a Castiglioncello, a casa di alcuni amici. Io ero rimasto a casa per star dietro alla lavanderia (sì, all’epoca avevamo una lavanderia, ora per fortuna non c’è più). Passo in lavanderia, ad Acquapendente, e la ragazza che ci lavorava non sa nulla, o non ci ha capito nulla. Mi parla di un aereo da turismo, di esagerazioni.

Poi riesco a parlare con mia moglie. Stiamo da ore davanti alla tv, ho visto l’aereo, ho visto le torri venire giù. Come venire giù? Venire giù, cadere, collassare, le torri non ci sono più. Non ci sono più? Non ci sono più. Non è possibile. Ti assicuro che è così.