Cazzo ridete?!?
Adesso che abbiamo finito di soffocare dalle risate, e mentre l’hashtag #tunnelgelmini si aggiorna a una velocità paragonabile solo a quella dei neutrini, arriva la replica della ministra, a ricordarci che questo è un paese in cui, in realtà, non c’è proprio niente da ridere.
E’ inutile chiedersi chi abbia materialmente scritto il comunicato stampa, e in base a quali meriti sia stato assunto al ministero, ed è inutile chiedersi se il ministro lo abbia letto, prima della sua divulgazione. Inutile segnalare anche l’altro sfondone oversize presente nella nota, quello secondo il quale “il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica“, come se nel fantomatico tunnel tra Ginevra e Ovindoli, alla velocità della luce ci fosse andato uno scienziato in automobile e non un fascio di particelle subatomiche: la “vittoria della scienza”, se è proprio necessario lasciarsi andare a questo tipo di linguaggio da Cinegiornale Luce, non è altro che l’osservazione e la misurazione di un fenomeno naturale. Inutile chiedersi se sarebbero più dignitose le dimissioni della Gelmini, oppure il semplice allontanamento dell’estensore del comunicato…
Inutile perché siamo noi, poveri idioti con l’anello al naso che ci ostiniamo a connettere le parole con il loro significato, a non aver capito nulla:
ovviamente, il tunnel di cui si parla nel comunicato di venerdì, non può essere per nessuna ragione inteso come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale
Già. Di facile intuizione. Lasciamo perdere.
E’ un periodo fecondo per la scienza, in questo miserabile paese, come notavamo appena due giorni fa.
- Update: l’articolo del Corriere della Sera che riporta la replica del ministero è stato aggiornato, come ci segnala l’amico Bacillus in un commento qui sotto, e arricchito dall’autorevole parere di Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nonché curatore dell’esperimento, il quale non trova di meglio da fare che associarsi allo scarno comitato di difesa della ministra. Il servilismo e la scarsa indipendenza delle istituzioni scientifiche italiane, totalmente incapaci di affrancarsi dalla mammella del finanziamento pubblico, peraltro in Italia esiguo e insufficiente, è materia di cui abbiamo già parlato in passato, e di cui abbiamo oggi nuove evidenze.
Sono davvero così messo male? Ho letto che Petronzio giustifica e difende il comunicato della ministra?
Ho aggiunto un update proprio su Petronzio. Grazie della segnalazione