Ma noi non ci saremo – 2
Dopo Monsanto, anche BASF ha deciso di mollare l’Europa, ritirando dal mercato la patata Amflora e spostando negli Stati Uniti la sede della divisione biotech. Secondo Stefan Marcinowski, dirigente del gruppo tedesco,
Siamo convinti del fatto che le biotecnologie saranno fondamentali per il XXI secolo, ma non sono sufficientemente accettate dalla maggior parte dei consumatori, degli agricoltori e dei dirigenti europei: non ha quindi senso dal punto di vista economico continuare a investire nei prodotti che dovrebbero essere coltivati esclusivamente in questo mercato.
Il che non sembra essere esattamente una rinuncia agli OGM, come rilanciano i soliti noti abbandonandosi all’entusiasmo, quanto una rinuncia alla produzione e alla commercializzazione di prodotti e sementi adatte alle nostre esigenze. Non è economicamente conveniente lavorare al servizio di chi ha deliberatamente deciso di rimanere indietro. Come fa giustamente notare Roberto Defez sul suo blog salmone.org, ci troviamo di fronte a
una azienda europea che evidentemente pensa che sia talmente rilevante fare OGM che preferisce spendere di più e spostare il centro ricerche altrove pur di non rimanere tagliata fuori dal progresso. Questo è l’ennesimo downgrading dell’agricoltura europea e questa volta ce lo siamo cercati noi
A volte il luddismo ha la meglio sul buon senso, evidentemente. Ma si tranquillizzino i nostri amici con le bandierine gialle e verdi: la colossale divisione chimica di BASF, quella che produce agrofarmaci, rimane saldamente in Europa, vicina ai nostri mercati e alle nostre colture tanto antiquate quanto dipendenti dai pesticidi, e non potrebbe essere altrimenti. Contenti voi…