Petrini, ma che stai a di’?
20 febbraio 2012
Secondo il vate fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, con l’art. 66 del decreto liberalizzazioni (quello che consente la vendita da parte dello Stato dei terreni agricoli demaniali),
si rischia di accentuare la concentrazione della terra agricola italiana nelle mani di pochi
La superficie media dell’impresa agricola italiana è di ettari 7,9 (sette virgola nove), a fronte dei 53 di quella francese, 56 di quella tedesca, 65 di quella danese, 79 di quella del Regno Unito e 152 di quella Ceca.
E fermiamoci qui.
7 commenti
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Carlo sono il tuo cervello…
Cazzo Carlo fammi risalire a bordo, è per te che lo dico!
Ascoltami Carlin, se lavoriamo insieme magari riesci ad evitare qualche grama figura. Fidati, anche alla tua età non è troppo tardi.
Con amicizia
Il tuo cervello
Beh se è per questo il presidente dei giovani della Coldiretti (dico giovani attenzione! Cioè persone che devono guardare al futuro, non come me che non mi è rimasto che il passato).
come ha saputo di quanti ettari demaniali si parlava ha presso come divisore la superficie media dei 7/8 ettari ed ha calcolato quanti associati potenziali ci creavano; senza pensare che se per qualcuno era opinabile chiamare “sfigati” coloro che si laureano a 28 anni, qui niente è opinabile, anzi e sicuro che diverrebbero “dei morti di fame”.
No, non fermiamoci, anzi.
Visto l’odio di Petrini per gli ONG, vediamo cosa ne pensava un vero grande, Renato Dulbecco: http://pensieri-eretici.blogspot.com/2012/02/giornata-triste-per-la-scienza.html
Saluti,
Mauro.
Mauro
ONG? eehehe 🙂
Petrini… come rovinare una bella idea, come lo Slow Food, grazie al “politicamente corretto”, ai luoghi comuni, alla beata ignoranza dilagante…
Basti il dato dell’aumento dell’export del vino – indovinate grazie a quali importatori :-)) – alla gran faccia del Km zero
Ehm ehm… scusate, chiaramente intendevo OGM, non ONG 😦
Bastonatemi pure 🙂
no, fermatevi. per cortesia.Fermatevi.