Se ne sarebbe accorto – 2
Intascare contributi e sussidi al posto di altri. E’ questa la sostanza della truffa segnalata dal Corriere.it in provincia di Bari:
Il meccanismo è semplice, e chi conosce la materia lo sa bene. Si accede al Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), si vede chi non ha fatto richiesta di contributi, e si presenta la domanda attraverso un’autodichiarazione d’affitto, all’insaputa del vero proprietario. In questo caso però qualcosa non ha funzionato. Quando uno dei veri proprietari è andato in un centro di assistenza agricola per chiedere informazioni sui suoi terreni ha scoperto la truffa e ha denunciato tutto alla procura di Bari.
Fin troppo semplice, in un sistema intrinsecamente criminogeno (come ripetiamo alla nausea da queste pagine) come quello delle erogazioni in agricoltura. Ci soarebbero di mezzo i CAA (l’equivalente agricolo dei CAF – gestiti dai sindacati di settore) attraverso i quali vengono presentate le domande, gli assessorati all’agricoltura regionali e infine AGEA, che gestisce il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, l’enorme banca dati sulla quale si basa tutto l’ambaradàn.
Giusto per la precisione, può essere utile ricordare il trattamento economico del quale beneficia il direttore generale del SIN, l’emanazione di AGEA che gestisce le banche dati del SIAN.
E ancora per la precisione, può essere utile rammentare anche le ispirate parole del ministro Catania (una vita nei corridoi del Ministero delle Politiche Agricole) sulle presunte truffe (molto simili a quella pugliese, in verità, sia nella forma che nella sostanza) alle anagrafi bovine che potrebbero mettere in discussione l’intera gestione nazionale delle quote latte: “Ce ne saremmo accorti“.
Ci pare del tutto irrilevante, signor ministro, se non per configurare l’eventualità di un’aggravante.
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