Le piaghe del Canada
Non avremmo voluto occuparci di nuovo (l’avevamo già fatto qui, quo e qua) dell’attività dello “special rapporteur” delle Nazioni Unite sul diritto al cibo, Olivier De Schutter, ma questa è davvero irresistibile. L’ultimo rapporto del nostro eroe, infatti, accusa nientemeno che il Canada (avete letto bene) di avere tassi intollerabili di insicurezza alimentare:
oggi solo una famiglia su dieci con un bambino sotto i sei anni è in grado di soddisfare le sue esigenze alimentari quotidiane. Questi tassi di insicurezza alimentare sono inaccettabili, ed è tempo per il Canada di adottare una strategia nazionale per il diritto al cibo.
Il ministro degli esteri canadese John Baird non l’ha presa bene, e non stupisce, dato che il suo paese si piazza al sesto posto della classifica mondiale (redatta proprio dalle Nazioni Unite) che sintetizza i principali indicatori di sviluppo umano: “Quanti paesi fanno parte dell’ONU? 193? Ebbene, la maggior parte dei Canadesi ritiene che 11 giorni passati in Canada ad indagare su questo argomento sarebbero potuti essere spesi molto meglio“.
Oltre che dalla fame, secondo De Schutter il Canada è afflitto anche dalla piaga dell’obesità, conseguenza diretta, a suo dire, della povertà. Ovvio.
Un mondo senza l’ONU, non ci stanchiamo di ripeterlo, sarebbe un mondo migliore.
Mi permetto un commento totalmente off-topic: hai letto l’articolo di Daniele Giglioli sul Corriere di ieri: http://www.corriere.it/cultura/12_maggio_17/giglioli-credere-ogm-parola-autore_c7c0d0f8-a00c-11e1-bef4-97346b368e73.shtml?
Se interessa, qui il mio commento: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2012/05/due-pesi-e-due-agricolture.html
Saluti,
Mauro.
grazie della segnalazione, Mauro. Una recensione tutto sommato ridicola. Sostiene (a ragione) che la scienza sia spesso controintuitiva (“non è il sole, è la terra che gira”) e poco rassicurante, e proprio in virtù di questo si fa’ l’elogio dell’ansia che scaturisce dalla paura del progresso, invece di fare un piccolo sforzo di comprensione e di corretta divulgazione. Un capolavoro davvero.
Io dopo aver letto il primo trafiletto mi sono rifiutato di continuare.
Antoniuo Pascale da fastidio a certi ambienti del Corriere, non dimenticate che c’è sempre lineffabile A. M.Crespi dietro.
Caro Alberto,
su Pascale e il Corriere hai ragione, ma fosse solo quello potremmo anche chiudere un occhio… il problema vero non è Pascale-Corriere, ma scienza-stampa. Purtroppo 😦
Saluti,
Mauro.