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Un minuto di ripasso

25 settembre 2012

Non molti conoscono Vitangelo Magnifico. Già direttore dell’Istituto Sperimentale di Orticoltura, è stato e resta un pilastro dell’agronomia italiana. Sono molti però a conoscere Michele Serra, e la fama fa sì che le persone tendano a prendere più facilmente sul serio i luoghi comuni del secondo piuttosto che la competenza del primo.

In questa (cortese) lettera, publicata su salmone.org, il professore scrive all’editorialista, rispondendo all’ennesima “amaca” che Serra ha dedicato all’agricoltura intensiva. Credo che valga la pena perdere un minuto e leggerla per intero.

Caro Serra,

ho letto la tua Amaca di oggi (21 settembre 2012). Già un’altra volta ti ho scritto a riguardo della questione OGM (Settembre 2010).

Per quanto riguarda la tossicità del mais riportata dal Nouvel Observateur ti chiedo di consultare il blog http://www.salmone.org , troverai risposte confortanti a riguardo. Il giornale francese, per fortuna, non è una rivista scientifica con referee! E può anche scrivere cose scientificamente imprecise. Molti ricercatori hanno il cattivo vezzo di utilizzare i quotidiani e i periodici per divulgare i risultati delle loro ricerche senza sottoporli prima alla revisione di competenti, creando allarmismi o entusiasmi fuori luogo. Io la chiamo “la scorciatoia al Premio Nobel”! Invece, è la via sicura al proprio “sputtanamento”!

Per quanto riguarda, invece, le erbacce, visto che mi sono interessato a lungo dell’argomento, vorrei precisare qualcosa.

Nell’Amaca, ci chiedi :”ha senso un sistema di produzione del cibo, e di gestione della terra, che stermina le piante ritenute “inutili” (quasi tutte) e di conseguenza azzera un habitat che ha impiegato milioni di anni a formarsi e trovare equilibrio? La salute dell’uomo non appare quasi un dettaglio, se è la salute di un pianeta intero a essere sotto attacco?”

La risposta, ovviamente, sarebbe, SI. Purchè accettiamo di morire di fame o quantomeno mangiare molto ma molto meno. E non esagero, dal momento che il controllo delle infestanti in una coltura (impropriamente detto lotta alle malerbe) è uno dei pilastri su cui si poggia una maggiore disponibilità di cibo. Altri pilastri sono il controllo dei parassiti (e le malerbe sono anche da considerare tali!), le tecniche agronomiche, il miglioramento genetico che ci da piante più produttive, ecc.

Orbene, l’utilizzazione delle piante geneticamente modificate per resistere al trattamento con erbicida totale ha lo stesso identico effetto delle scerbature effettuate a mano o con la zappa, o con l’aratro o con il pirodiserbo, ecc.

Caro Serra (e lo sei davvero visto che ti leggo ormai da quasi mezzo secolo a cominciare da quando con una Fiat 500, se ricordo bene, andavi in giro per l’Italia vacanziera e scrivevi per l’Unità) stai tranquillo, perché nessun sistema di lotta alle malerbe le distrugge del tutto. Esse rinascono più vigorose e agguerrite perché risentono dei benefit che l’agricoltore indirizza verso le piante utili. E la cosa che più ti dovrebbe consolare, è che i trattamenti con erbicidi su piante gm resistenti si comportano verso la flora naturale (termine più preciso per indicare infestanti e malerbe!) esattamente come la scerbatura a mano o con la zappa.

Altro discorso è l’uso di più erbicidi al terreno per impedire che le malerbe nascano; quelle si che sconvolgono l’equilibrio della flora infestante ed inquinano di più. Ergo, l’uso di piante utili GM resistenti agli erbicidi ha un impatto più ecologico del “vecchio” sistema con erbicidi selettivi verso la coltura e di alcune lavorazioni meccaniche al terreno!

Quindi, non commettiamo il solito errore degli ambientalisti di confondere la vegetazione spontanea (boschi, macchie, savane, ecc) con la coltivazione a fini alimentari o altri. Sono due mondi diversi. Nel primo le piante crescono spontanee (e qualche volta anche i boschi hanno bisogno di una guida agronomica) e non lasciano spazio alle specie coltivate; nel secondo le colture vanno difese dalla vegetazione spontanea, perché si usano piante che non riescono per nulla a resistere alla pressione della vegetazione spontanea e dei tanti parassiti. Anche il più bel campo di mais, di grano, di pomodoro, ecc, abbandonato non darà la minima traccia di sé solo dopo pochissimi anni. La vegetazione spontanea lo annullerà del tutto pur avendo lasciato nel terreno milioni di semi!

E’ questa forza della natura che ci tutela e ti dovrebbe tranquillizzare. Esiste, e bisogna pretenderla, una buona agricoltura; e in Italia siamo molto più avanti di quanto si crede. Peccato che ci sono coloro, troppi purtroppo, che totalmente a digiuno di scienze agrarie, scrivono e parlano di agricoltura a vanvera, con il bel risultato di favorire l’agricoltura cattiva! E’ quello che succede ogni giorno in molte trasmissioni televisive e sui giornali italiani (…la Repubblica compresa, spesso purtroppo!).

Secondo il mio parere di agronomo, c’è più cattiva agricoltura nel metodo biologico che in quello convenzionale o integrato!

E per finire: ho raccolto molte definizioni di malerbe. Quella che preferisco è: un’erba della quale non abbiamo ancora scoperto l’utilità.

Infatti, quelle delle quali conosciamo l’utilità sono diventate colture, che, guarda caso, dobbiamo difendere dalle erbacce!

Con affetto.

Vitangelo Magnifico

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5 commenti leave one →
  1. 25 settembre 2012 16:32

    Magnifico, lo è soprattutto nell’umiltà del tono col quale “polemizza” con il caro Serra.

  2. 26 settembre 2012 01:57

    io non sono stato così buono XD…se volete leggere/pubbliare questa “poesia” sulla falsa riga di Michele Serra…http://fedebiotech.wordpress.com/2012/09/21/il-letamaio-in-risposta-allamaca-di-michele-serra/

  3. Agri_Lino permalink
    26 settembre 2012 16:35

    ..una volta si leggevano i quotidiani ed i periodici per imparare qualcosa.
    Già …una volta .
    Peccato che le firme (molte ..non tutte per fortuna ) del giornalismo italiano non sentano piu’ come dovere quello di informarsi a dovere prima di divulgare le notizie .
    Fossero anche opinioni personali che ne derivano …almeno le basi siano verificate.

  4. 27 settembre 2012 00:51

    Serra leggerà?
    E se leggerà, capirà?

    Premetto: io generalemente apprezzo Serra (e non poco), ma quando parla di scienza e tecnica anche lui cade nel pregiudizio antiscientifico e antitecnico tipico italiano.

    Per questo temo che (magari in buona fede) avrà difficoltà a capire quel che dice Magnifico.

    Saluti,

    Mauro.

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  1. Terra nuova, buoi rossi e teste dure « La Valle del Siele

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