Bonifica equa e solidale
I Consorzi di Bonifica e irrigazione sono oggi enti all’avanguardia per una gestione plurima e polivalente della risorsa idrica, che rispetti i principi sanciti dall’unione europea di partecipazione, solidarietà e sussidiarietà.
Lo ha detto Anna Maria Martucelli, direttore generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (a.n.b.i.), intervenendo ad un convegno promosso da Federutility. Come no.
Poi un giorno proveremo a ricordarci anche dei principi di efficienza ed economicità, e magari anche di quello di pubblica utilità, dato che stiamo parlando di enti che hanno come ragione di esistere la pulizia di fossi e canali, oltre che la gestione di impianti di irrigazione. E che per svolgere tale missione dispongono del considerevole gettito costituito dai contributi obbligatori estorti annualmente ai proprietari dei terreni, oltre a tutto ciò che viene loro rifondato a pié di lista, come sa bene il direttore Martucelli:
per poter realizzare nuove opere e interconnessioni fra i vari sistemi idrografici resta essenziale l’impegno economico degli enti pubblici: le somme derivanti dal contributo di bonifica vengono infatti utilizzate, come prevede la legge, per la manutenzione dell’esistente.
Chapeau. Ma quando si maneggiano soldi dei contribuenti è sempre meglio essere solidali e sussidiari, plurimi e polivalenti. Per una valutazione delle performances, ovvero dei risultati, c’è sempre tempo, nel paese delle supercazzole.
il consorzio di bonifica maremmano si spinge a fare pubblicita sui giornali, sulle riviste locali, cartelloni e locandine, e chissa quant’altro. E poi a qualcuno gli potrebbe venir voglia di chiedere, ma a che serve la pubblicita’ se il consorzio e’ obbligatorio? Misteri italiani.
Intanto, nel frattempo, incassate i contributi per il biologico. Fighissimi, no?
Molto in argomento, certo.
I consorzi sono quanto mai necessari soprattutto in giornate come queste (e soprattutto nel Grossetano visto il meteo), e per questo devono essere gestiti certamente nel modo più trasparente ed economico possibile e possibilmente con un intervento poitico limitato al solo rapporto di pianificazione e gestione con i rappresentanti territoriali, ovvero i sindaci.
Certamente il fatto che si faccia pubblicità ( a meno che non sia finalizzata ad una richiesta di pagare il contributo annuo) stona non poco. Ma l’estorsione è decisamente altra cosa.