Se ne sarebbe accorto – 3
“Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa variegata e circolare” ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Lello Rosso, nel corso della conferenza stampa in seguito agli arresti di funzionari e dirigenti pubblici del Ministero.
Chi fosse Giuseppe Ambrosio, ex capo di gabinetto dei ministri Zaia e Galan e arrestato anche lui nell’ambito dell’operazione della guardia di finanza che ha portato dietro le sbarre 11 dei 37 indagati, è cosa nota ai lettori di queste pagine.
Sempre secondo Rosso, quello che emerge dalle indagini è “un giro di privilegi e malaffare inquietante, un piccolo trattato di sociologia della corruzione“.
Tutto sotto gli occhi di un ministro, Mario Catania, che in quel ministero lavora ininterrottamente dal 1977 ed ha ricoperto per decenni ruoli di direzione generale. In un paese a malapena civile le sue dimissioni sarebbero sul tavolo del Presidente del Consiglio già dalle prime luci dell’alba, e i suoi uffici al ministero già liberati. Non da noi. Qui il ministro ci ha già abituato a risposte di ben altro spessore.
Questa corruzione non ha niente a che fare con il sostegno che danno i vari governi ai loro comparti agricoli e zootecnici; è solo e semplice malaffare talmente esteso da rappresentare la metastasi del settore agroalimentare.
vogliamo parlare delle quote latte?
Qualcuno ha visto la scritta dietro i Tir: “Tira e taci”? Ebbene sulla porta di entrata del MIPAAF è da tempo immemorabile che dovevano scrivere: “Paga e Taci”!