Il gabanellum
Breve digest sulle performances giornalistiche di Milena Gabanelli, fresca di investitura a candidato Presidente della Repubblica da parte del mitologico popolo della rete, ormai in grado di ungere quasi quanto il Signore.
Dario Bressanini e Amedeo Balbi si interrogano sul rapporto assai controverso tra Report e il metodo scientifico (o almeno tra Report e il controllo delle fonti), citando i celebri servizi su biotecnologie, aspartame e onde elettromagnetiche. Poi, ed è una lettura caldamente consigliata, Mario Seminerio arriva al nocciolo della questione che, beninteso, non riguarda solo Milena Gabanelli ma l’intero panorama del giornalismo, soprattutto televisivo, e del pubblico che vi si abbevera. Quando si costruiscono servizi al solo scopo di dimostrare tesi precostituite, la complessità e la competenza sono gradite solo se funzionali all’obbietivo, e quindi può capitare di trovarsi entusiasticamente d’accordo così come può capitare di rimanere a bocca aperta non appena si possiedono gli strumenti minimi per non bersi ogni minchiata, sia che si tratti di dolcificanti che di debiti sovrani.
Giordano Alain De Weck,recentemente scomparso, ha usato quello che tu dici per commentare il lavoro di Seralini. Lui lo ha chiamato “Le hasard organisé” (la casualità organizzata) che consiste nel scegliere , in una serie di risultati aleatori, quelli che sostengono l’ipotesi preferita in partenza ed ignorando tutti i dati non confacenti.
Nulla di nuovo sotto il sole. Succede anche nel campo scientifico quando si discute di ricerche molto meno importanti. Ed e` una brutta abitudine che alla fine insegniamo ai nostri studenti.
http://italiaxlascienza.it/
Forse sono tra gli oratori di Bologna