Coraggio o pregiudizio? Sugli Ogm il governo sceglie la via meno rischiosa
19 marzo 2014
La prima dichiarazione del neo ministro dell’agricoltura Maurizio Martina a proposito di Ogm è stata di netta contrarietà, e questo non dovrebbe meravigliare. Matteo Renzi ha bisogno di tutto fuorché di una polemica che potrebbe incrinare la straordinaria popolarità con la quale il suo esecutivo veleggia verso le elezioni europee, ed opporsi al biotech procura facile consenso: si assecondano i pregiudizi della maggioranza degli italiani, quelli che con l’agricoltura non hanno più nulla a che fare da generazioni, e dell’agricoltura conservano un’idea che si adatta più alle illustrazioni dei libri per bambini che alla realtà.
2 commenti
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Non avevo dubbi.
Capisco il cercare consensi, però a volte serve il coraggio perché è imperativo contrastare la deriva antiscientifica degli ultimi anni.
L’informatore Agrario riferisce di una intervista di De Castro che pontifica sul nostro export agroalimentare in continua crescita, forse dobbiamo spiegare al Ministro che i prodotti che esportiamo non li creiamo dal nulla e che occorre della materia prima adatta per produrli?
D’accordo che il Ministro è un Perito Agrario, ma forse a scuola non gli hanno dato una visione d’insieme della nostra agricoltura e della nostra popolazione agricola. D’altronde una volta l’Istituto tecnico agrario serviva per creare dei tecnici da inviare nei campi per istruire gli agricoltori, oggi invece a mio avviso, si dovrebbe fare una legge che un imprenditore agricolo dovrebbe avere come minimo il diploma di Perito agrario o un titolo di studio tale che gli permetta di autoistruirsi nel mestiere di imprenditore agricolo. Invece noi assistiamo che ogni titolo di studio è buono per fare l’agricoltore, ma non solo, lo diventa anche uno che fa tutt’altro mestiere ma possiede un pezzo di terra ereditato dal nonno.
Sig. Ministro è di oggi che la notizia che il 20% dei greci non riescono a comprare abbastanza cibo per sfamarsi, vogliamo fare la stessa fine continuando a diminuire la parte di cibo autoprodotta rispetto ai nostri fabbisogni interni ed esterni? Non mi dica che solo continuando a produrre mais dagli ecotipi ottofine o marano vicentino noi riusciremo a vendere i nostri prosciutti? Ammesso che siano nostri, perchè molta roba la importiamo come cosce allo stato fresco dalla Germania e le facciamo diventare “prosciutto italiano”. Da dove viene la nostra carne per fare la bresaola? Ne ha un’idea Sig. Ministro? Oppure facciamo diventare pasta italiana della pasta fatta con frumento duro canadese o creiamo i pelati con varietà di pomodoro create da altri o facciamo il nostro parmigiano con vacche non di nostra selezione, con fieno prodotto in Slovenia e mais e soia argentini.
Mi dica Sig. Minisitro se all’Expo’ verranno mostrate due forme di grana: una con il marchio parmigiano-reggiano ed un’altra con il marchio “reggianito” sarà più tipica da un punto di vista dei prodotti usati per produrle la forma di Reggianito o la forma di parmigiano?
Sig. Ministro lasci gli agricoltori fare il loro mestiere liberamente, adottando tutte le innovazioni che crederanno opportune, e lei si occupi di creare le condizioni per far aumentare le nostre produzioni di derrate alimentari.
Lo sa Sig. Ministro che non abbiamo più una ricerca genetica nazionale in nessuna delle piante che coltiviamo, crede che questa sia lungimiranza e supporterà il nostro agroalimentare?