Il liberal New Yorker sbugiarda l’eroina indiana anti Ogm
Il 25 agosto scorso il New Yorker ha dedicato un lungo reportage a Vandana Shiva, l’attivista indiana che ha fatto della lotta contro gli organismi geneticamente modificati (Ogm) la propria ragione di vita e che di quella lotta è diventata il simbolo più in vista. Un ritratto duro, sebbene molto accurato, quello firmato da Michael Specter, al quale è seguito uno scambio di “cortesie” tra la Shiva e il direttore del New Yorker, David Remnick. Alla Shiva non è andato giù che una testata blasonata e di chiara impostazione liberal mettesse a nudo le pesanti contraddizioni del suo personaggio di fronte a lettori tradizionalmente sensibili alle sue battaglie, Remnick invece non è stato disposto a digerire in silenzio che il suo giornale venisse accusato di fare propaganda interessata per le multinazionali biotech, e nella sua risposta non le manda certo a dire.
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