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Chi sono gli agricoltori italiani che resistono al bando ideologico

11 settembre 2014

Prima di tutti c’è Giorgio Fidenato. E’ lui, piccolo agricoltore friulano, il simbolo di quelli che resistono, che non accettano di piegarsi al divieto di coltivare mais geneticamente modificato. Divieto che considerano illegittimo prima ancora che irrazionale. Fidenato ne ha passate di tutti i colori, i suoi campi nel corso degli anni sono stati vandalizzati dai no global e dai centri sociali prima che fatti a pezzi dalle trinciatrici mandate dal Corpo Forestale, e nonostante questo è deciso ad andare avanti: “Appena scade l’ordinanza di sequestro tornerò a seminare mais Mon 810. Lo farò a settembre. Anche se non arriverà mai a maturazione”, dice al Foglio. Fidenato appare come un eroe solitario, ma tiene a far sapere che non lo è: “Erano in tanti quelli disposti a seguirmi, a seminare mais Ogm nelle loro aziende, poi ha prevalso la paura dei vandali e delle conseguenze penali e amministrative. Chi mantiene la famiglia col suo lavoro di agricoltore non può rischiare tanto. Ma in Friuli sono tutti dalla mia parte”. Tra le tante leggende che girano intorno agli Ogm, c’è anche quella secondo la quale gli agricoltori italiani sarebbero contrari alla loro commercializzazione. Ed è proprio in Friuli, dove il mais è la coltura prevalente, che è nata l’associazione Futuragra che rappresenta gli agricoltori attivi nella battaglia per il superamento del divieto alla coltivazione di varietà Ogm.

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