A suon di olivi intonsi, così si deprime la Toscana. Parlano i Georgofili
L’idea che la cura del paesaggio agricolo possa passare attraverso l’ibernazione di sistemi produttivi obsoleti e antieconomici non è certo nuova, non nasce con il famigerato Piano di indirizzo territoriale (Pit) toscano del quale il Foglio si è occupato diffusamente, e proprio in Toscana sta facendo sentire i suoi effetti sul territorio. Effetti che finiscono per essere l’esatto opposto di quelli attesi, con l’incuria e l’abbandono a farla da padrone. Ad accorgersene e a lanciare l’allarme, da anni, è stata l’Accademia dei Georgofili, l’antica e prestigiosa istituzione fiorentina che dal 1753 si occupa di scienza applicata all’agricoltura. Un allarme che non riguardava singoli settori dell’agricoltura, ma tutto il sistema imprenditoriale che ruota intorno alle attività agro-silvo-pastorali.
Del paesaggio toscano interessa solo a venditori di cartoline e calendari fotografici. E anche loro possono aiutarsi con Photoshop.