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La sentenza dell’Aquila e il ruolo civile degli scienziati

11 novembre 2014

Immaginate una regione della Terra ad altissimo rischio sismico, la baia di San Francisco, per esempio. Nella baia di San Francisco un forte terremoto colpisce all’incirca una volta ogni trent’anni, quindi ogni 10.000 giorni. Tradotto in “statistichese”, c’è lo 0,01 percento di probabilità che quel forte terremoto colpisca in un dato giorno, ad esempio domani. Dato che i terremoti tendono a raggrupparsi, nello spazio e nel tempo, uno sciame sismico aumenta la probabilità di un evento catastrofico. Se questa probabilità aumenta di 100 volte, arriveremmo all’1 percento di probabilità di avere un forte terremoto domani. Non male come scostamento rispetto alla norma, ma l’1 percento giustificherebbe una evacuazione? Nel 99 percento dei casi si tratterebbe di un falso allarme. Peraltro quell’evento catastrofico potrebbe anche non verificarsi per niente.

Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza che ha assolto in appello dall’accusa di omicidio colposo Enzo Boschi e gli altri membri della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, in merito a presunte negligenze nella gestione del rischio nei giorni immediatamente precedenti il sisma che all’Aquila, il 6 aprile del 2009, ha procurato la morte di più di trecento persone, ma tenere a mente quest’ordine di grandezze è assolutamente necessario per aver chiara la situazione ed evitare pericolosi fraintendimenti.

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2 commenti leave one →
  1. VoceIdealista permalink
    11 novembre 2014 20:33

    L’ha ribloggato su laVoceIdealista.

  2. 12 novembre 2014 01:39

    Le motivazione della sentenza di assoluzione non le conosco… ma quelle della condanna di primo grado erano un’offesa all’intelligenza, alla scienza e al buonsenso. E soprattutto erano non tanto contro gli imputati ma contro la scienza in quanto tale.

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